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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

Un grido di pace

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  La guerra  semina solo morte, distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta Cari fratelli e sorelle, cari presbiteri, ancora una volta ci ritroviamo insieme, convocati da papa Francesco, per adorare il Signore, Principe della pace, perché ascolti il grido di pace che sale da tutta la Chiesa, a causa di un nuovo conflitto in Terra santa, “mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti”. La guerra non sana le ferite, ma le allarga, non risolve i conflitti, ma aumenta odio e vendetta, come stiamo vedendo: lo diciamo a parole, ma vogliamo anche accompagnare il grido di pace con la preghiera di adorazione, con l’ascolto di parole bibliche di pace, con la dedizione totale alla pace. “La difesa è amore. – scriveva don Primo Mazzolari nel suo ultimo articolo su Adesso, pochi giorni prima di morire – Chi ama mette fuori il timore. Chi non ama è omicida. Siamo sognatori ma non entriamo nella realtà disumana che porta alla morte. Crediamo nella vita e la vita è oltre il segnale di

Cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino

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  E la Chiesa è sempre missionaria, in ogni tempo. Anche oggi Cari fratelli e sorelle, il racconto dei discepoli di Emmaus, che ci guida in questo anno pastorale e sinodale, guida anche la nostra riflessione e celebrazione della Giornata missionaria mondiale. Nel Messaggio per la giornata, in particolare, Papa Francesco sottolinea tre passaggi del racconto che vede i discepoli delusi e affranti in annunciatori della Pasqua, dopo l’incontro eucaristico con il Signore. Un primo passaggio del racconto dei discepoli di Emmaus è “Cuori ardenti”. Illuminati dalla Parola i due discepoli cambiano il cuore, rendendolo forte e capace di testimonianza. Il nostro cuore soffre i mali del tempo: l’indifferenza, la sofferenza, il disamore, la conflittualità. Per essere capace di testimonianza il nostro cuore deve ritornare puro, ritornare bambino, non meravigliarsi di nulla, rimanere pulito. Il missionario, dovunque, ci insegna l’ardore, la passione per il Vangelo. Un secondo passaggio del racconto d

Veglia per la pace in Terra santa

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Il tutto è superiore alla parte Cari fratelli e sorelle, ancora una volta la Terra di Gesù, la Terra Santa, è uno scenario di guerra e di morte. Ai bambini, agli adulti uccisi per la violenza irrazionale del terrorismo si sono uniti i bambini, gli adulti uccisi per una reazione altrettanto irrazionale, legale ma immorale. Le stragi degli innocenti si ripetono in quella Terra dove i canti dei Salmi ripetono “giustizia e pace si baceranno” e dove il profeta Isaia ci ricorda che “Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”. Ancora una volta siamo qui a ripetere nella preghiera di adorazione al Dio della pace e al “Signore in cui abbiamo sperato” che cessi questa nuova guerra e ritorni il dialogo per ricostruire prima le relazioni e poi le case e le città distrutte. Ancora una volta ripetiamo con il Papa “Basta guerre! Sono sempre una sconfitta”. La preghiera di stasera è un mattone per ricostruire la pace, perché è una preghiera che ritorna a dire anzitutto a noi il valore della pace. Una pa

3 ottobre 2013 - 3 ottobre 2023: la tragedia continua

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Il 3 ottobre di ogni anno riporta il nostro sguardo al Mediterraneo, il Mare nostrum, il mare condiviso da sponde europee, africane e asiatiche, il mare che ci lega e ci abbraccia e per questo segno di fraternità. Ma il nostro sguardo in questo giorno si carica anzitutto di silenzio, di preghiera e di dolore per il ricordo delle 368 vittime del naufragio al largo di Lampedusa, il 3 ottobre di 10 anni fa, e di migliaia di vittime che da quel giorno si sono aggiunte – 27.000 in dieci anni e oltre 2.000 in questo ultimo anno – sul fondo di questo splendido Mare Mediterraneo che “è diventato un enorme cimitero, dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba, e a venire seppellita è solo la dignità umana” (Papa Francesco, Marsiglia, 22.9.2023). La tragedia continua. E si allarga. Con loro hanno perso la vita lungo il deserto del Sahara, nei lager della Libia o nei boschi della Bosnia e lungo i Balcani molti altri fratelli e sorelle. Sono “volti e storie,

Madonna delle grazie, aiutaci a lavorare nella vigna del Signore

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  Maria ci insegna che “nulla è impossibile a Dio” Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, celebriamo in questa Domenica la Madonna delle grazie, la Madonna che dalla nostra Cattedrale, da secoli, vigila sulla vita della nostra Chiesa e della città, come una Madre che vigila sui suoi figli e sulle sue figlie. E’ una celebrazione che, in ragione dei lavori del terremoto, avviene ancora fuori dalla sua casa, per Maria come anche per noi, che riconosciamo nella Chiesa Cattedrale la Chiesa madre di tutte le chiese. E’ una celebrazione che prepara il nostro ritorno in Cattedrale. Quando si rimane fuori casa e poi si ritorna, si riscopre il valore della casa. Così quando si rimane fuori dalla Cattedrale al rientro se ne riscopre il valore, come la Chiesa Madre, la Chiesa del Vescovo, successore degli apostoli, che ci lega ad ogni Chiesa, la Chiesa di Maria e dei Santi, la Chiesa fulcro della vita della città, in stretto legame con la città fin dal medioevo, la Chiesa che ci inserisce nell

S. Michele e l’impegno per la giustizia e la pace

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  Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno Onorevoli autorità, cari fratelli e sorelle, ci uniamo oggi al Corpo di Polizia per celebrare insieme il patrono S. Michele, l’arcangelo biblico che difende le persone e combatte per la giustizia. L’attenzione alla persona e alla salvaguardia della sua dignità, di uomini e donne, piccoli e anziani, e la ricerca della giustizia sono al centro anche dell’azione della Polizia nel Paese e sul nostro territorio. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina del profeta Isaia riporta le parole del profeta a chi è “in cerca di giustizia”, “agli esperti di giustizia”, perché aiutino a far rispettare la legge e il diritto, senza temere “l’insulto degli uomini”, senza spaventarsi, sapendo che la giustizia costruisce il futuro, “durerà per sempre”, “di generazione in generazione”. Cari agenti di polizia, la vostra opera, poiché appoggiata sul diritto e la gi

Madonna del salice: la Madre che insegna il perdono e la pace

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Maria come “Madre e Maestra spirituale nei cammini di pace” Cari fratelli e sorelle, cari confratelli ci ritroviamo attorno a Maria, invocata come la Madonna del salice in questo santuario, per vivere insieme una tradizionale festa che, quest’anno, è arricchita da un dono: il dono della comunità Shalom. La partenza dei Monaci Olivetani che avevano per secoli costruito e custodito questo luogo di silenzio, di ascolto e di preghiera, di consacrazione al Signore, aveva lasciato un vuoto che era importante colmare. Ci siamo, pertanto, messi alla ricerca di una comunità di consacrati che potesse far rivivere questo luogo sacro. Il Signore ci ha fatto incontrare la comunità Shalom, nata in Brasile 40 anni fa, dopo un incontro del fondatore con S. Giovanni Paolo II al Congresso eucaristico nazionale di Fortaleza nel 1980, approvata dalla S. Sede nel 2007 e oggi diffusa in 35 Paesi del mondo. La comunità Shalom è una comunità di uomini e donne che si impegnano in una vita comunitaria, di condi

Assemblea sinodale

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Meditazione (1Ts, 1-2) Anzitutto ringraziamo il Signore per il dono di questo cammino insieme, di questo cammino sinodale. Non è facile uscire dalle nostre abitudini, talora dal nostro individualismo per vivere in insieme un cammino di ascolto, discernimento e decisione, quale è il cammino sinodale che stiamo vivendo. Il ringraziamento al Signore per questo cammino sinodale non deve essere solo in questa celebrazione, occasionale, ma accompagnare i tempi e i luoghi di questo cammino sinodale, “ricordandoci nelle nostre preghiere” – come invita a fare Paolo. E’ un cammino quello del sinodo che vuole rigenerare le virtù che sono l’abito della nostra vita cristiana: la fede, che non è solo un atto dell’intelligenza ma operosità, impegno, testimonianza; la carità, di cui Paolo giustamente ricorda la fatica: la fatica della accoglienza, della condivisione; la speranza con la sua fermezza difronte ai fatti della storia che sembrano spegnerla. Tre virtù che hanno lo scopo di tenere present

Giornata del creato: salvare il creato perché scorra giustizia e pace

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“Prendere la Croce” oggi significa anche rinunciare, condividere, salvaguardare i beni della terra, superando individualismo ed egoismo, ricerca di guadagno soltanto nell’uso dei beni creati: significa camminare insieme Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, celebriamo oggi la Giornata del creato, circondati da questa campagna che ricorda dono e fatica, vita e morte, lungo il fiume Po, il corso d’acqua che ha accompagnato nei secoli la vita della gente, in questa comunità di Salvatonica, cresciuta attorno alla preghiera e al lavoro dei monaci dell’Abbazia di Nonantola, che trasformarono la ‘silva’, la ‘selva’ in fertili campagne, con una straordinaria cura per il creato. La selva diventa così la ‘selva del Signore’, ‘silva Dominica’, da cui è nato il nome di Salvatonica. “Che scorrano giustizia e pace” è il tema che il Papa ha dato a questa 18a Giornata del creato, carica anche di un carattere ecumenico perché condivisa con le altre Chiese. Abbiamo bisogno oggi di un fiume di acqua