Veglia per la pace in Terra santa


Il tutto è superiore alla parte

Cari fratelli e sorelle, ancora una volta la Terra di Gesù, la Terra Santa, è uno scenario di guerra e di morte. Ai bambini, agli adulti uccisi per la violenza irrazionale del terrorismo si sono uniti i bambini, gli adulti uccisi per una reazione altrettanto irrazionale, legale ma immorale. Le stragi degli innocenti si ripetono in quella Terra dove i canti dei Salmi ripetono “giustizia e pace si baceranno” e dove il profeta Isaia ci ricorda che “Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”.
Ancora una volta siamo qui a ripetere nella preghiera di adorazione al Dio della pace e al “Signore in cui abbiamo sperato” che cessi questa nuova guerra e ritorni il dialogo per ricostruire prima le relazioni e poi le case e le città distrutte.
Ancora una volta ripetiamo con il Papa “Basta guerre! Sono sempre una sconfitta”. La preghiera di stasera è un mattone per ricostruire la pace, perché è una preghiera che ritorna a dire anzitutto a noi il valore della pace. Una pace che si costruisce, poi, nel quotidiano.
“La pace “non si riduce ad un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini” - ha scritto Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Pace e giustizia camminano insieme nella quotidianità. “Una pace che non sorga come frutto dello sviluppo integrale di tutti – continua ancora papa Francesco - , non avrà nemmeno futuro e sarà sempre seme di nuovi conflitti e di varie forme di violenza” (E.G. 219).
Per “avanzare nella costruzione di un popolo di pace”, Papa Francesco indica quattro principi, che orientano l’annuncio cristiano.
Anzitutto, il principio che “Il tempo è superiore allo spazio”: la pace chiede un impegno a lunga scadenza, un percorso di incontri di dialoghi nel tempo, la pazienza dell’attesa, la fatica del ricominciare, l’impegno del perdono e della riconciliazione, i tempi della costruzione.
Poi, il principio che “l’unità prevale sul conflitto”. Il conflitto non può essere ignorato. Esiste in diversi luoghi – pensiamo alle guerre in atto, in diverse forme – familiari, sociali -. Il conflitto va accettato e trasformato. E’ questo il nostro impegno: “Beati i costruttori di pace”. Una pace che parte dal nostro cuore e riconosce la fraternità come principio di unità nella diversità.
Un terzo principio è che “La realtà è più importante dell’idea”. L’idea deve confrontarsi con il reale. La conflittualità nasce sul desiderio esasperato, irrealizzabile, su una perfezione che non esiste nella realtà, sulla pretesa. I fondamentalismi e i totalitarismi nascono così. Ogni progetto, anche di pace, deve poggiare sulla realtà, sulla conoscenza delle persone e delle situazioni per superare distanze, discriminazioni, divisioni. Anche una morale che poggia solo sulle idee e non sulla realtà rischia di diventare disumana.
Un ultimo principio: “Il tutto è superiore alla parte”. La pace si costruisce con una mentalità glocal, che guarda alla propria città, al luogo della propria vita, ma senza distogliere lo sguardo dal mondo. Soprattutto occorre considerare gli effetti sul mondo delle nostre scelte locali, delle nostre azioni, degli stili di vita. E’ lo sguardo dell’annuncio, missionario.
Cari fratelli e sorelle, la pace si costruisce facendo nostri questi principi evangelici che Papa Francesco ci ha ricordato e che nascono dalla storia di Gesù e della Chiesa, una storia di pace. Accompagniamo con la preghiera, stasera, il nostro impegno di pace, perché raggiunga la Terra Santa e ogni luogo dove la guerra uccide la vita. Così sia.

Quacchio - Ferrara 17/10/2023

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