Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo

Immagine
Il pianto amaro di Pietro è stato talora anche il nostro pianto... Cari fratelli e sorelle, oggi il nostro sguardo e la nostra preghiera sono rivolti al Crocifisso, a Dio diventato uomo dei dolori, al Figlio di Dio morto per la nostra salvezza. Nel Crocifisso scopriamo la verità dell’umanità di Dio, vissuto nella Terra che oggi soffre per la guerra, le violenze, le morti innocenti di uomini, donne e bambini. Per questa Terra Santa e per i cristiani che vivono e che soffrono in Iraq, Siria, Libano oggi è la nostra preoccupazione e la nostra carità, in comunione con papa Francesco in e con tutte le Chiese del mondo, uniti nella preghiera per la pace. Ci mettiamo in ascolto della parola di Dio. La prima lettura che abbiamo ascoltato è uno dei Canti del servo del libro di Isaia. Dopo aver ricordato che il Sevo è stato sfigurato, disprezzato, umiliato ora Isaia vede il Servo innalzato, esaltato. Dalle piaghe del Servo di Javhè noi siamo stati guariti, siamo stati giustificati, cioè perdonat

Il carcere luogo di fede

Immagine
  Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero... “Ho tanto desiderato mangiare la Pasqua con voi” (Lc 22,15). Queste parole che riascolteremo il Giovedì Santo, cari fratelli e amici detenuti, cari agenti e volontari, sono l’invito di Gesù a ritrovarci e a vivere insieme la preparazione alla Pasqua con questa celebrazione eucaristica, segno di unità e vincolo di carità. Non è un segno banale quello che ci regala l’Eucaristia, Pasqua di ogni Domenica, ma un segno e un vincolo– quello dell’unità e della carità – che ci fa sentire famiglia, anche lontano da casa, ci rende capaci di solidarietà anche se viviamo in una cella da soli. Ci lasciamo illuminare dalla parola di Dio in questo giorno santo. La pagina del profeta Isaia ricorda che il Signore dà ai suoi servi, ai suoi discepoli, a chi si affida a lui la capacità di parlare allo sfiduciato, di non tirarsi indietro, anche di soffrire. Fidandoci di lui noi possiamo sentirci sicuri e affrontare ogni situazione. Sono paro

L'Ospedale, luogo di vita e di risurrezione

Immagine
L’ospedale prima che luogo di prestazioni è luogo di relazioni... Cari fratelli e sorelle, cari medici e operatori sanitari, non è una semplice abitudine celebrare la Pasqua e scambiarci gli auguri in Ospedale. A Pasqua “la luce serena” di Cristo risorto – come ci ricorda il bellissimo preconio della notte di Pasqua - risplende e illumina il buio, la notte: il buio e la notte che nella vita ci portano la sofferenza e la malattia, l’incapacità o l’inefficacia di una cura, l’abbandono. Di questa “luce serena” di Cristo risorto hanno bisogno l’Ospedale e i luoghi di cura, dove si respira affannosa la voglia, ma anche la fatica di vivere, dove ogni segno di speranza è come una grazia. Questa “luce serena” è l’invito di Gesù a ritrovarci e a vivere insieme la preparazione alla Pasqua con questa celebrazione eucaristica, segno di unità e vincolo di carità. Non è un segno banale quello che ci regala l’Eucaristia, Pasqua di ogni Domenica, ma un segno di unità che ci rende capaci di solidarietà