Giornata del creato: salvare il creato perché scorra giustizia e pace



“Prendere la Croce” oggi significa anche rinunciare, condividere, salvaguardare i beni della terra, superando individualismo ed egoismo, ricerca di guadagno soltanto nell’uso dei beni creati: significa camminare insieme


Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, celebriamo oggi la Giornata del creato, circondati da questa campagna che ricorda dono e fatica, vita e morte, lungo il fiume Po, il corso d’acqua che ha accompagnato nei secoli la vita della gente, in questa comunità di Salvatonica, cresciuta attorno alla preghiera e al lavoro dei monaci dell’Abbazia di Nonantola, che trasformarono la ‘silva’, la ‘selva’ in fertili campagne, con una straordinaria cura per il creato. La selva diventa così la ‘selva del Signore’, ‘silva Dominica’, da cui è nato il nome di Salvatonica. “Che scorrano giustizia e pace” è il tema che il Papa ha dato a questa 18a Giornata del creato, carica anche di un carattere ecumenico perché condivisa con le altre Chiese. Abbiamo bisogno oggi di un fiume di acqua di pace e di giustizia in questo mondo segnato da numerose guerre in atto, tra cui la vicina guerra in Ucraina, da tante ingiustizie che feriscono la dignità delle persone, ma anche feriscono il creato. I due luoghi che processionalmente visiteremo dopo la Messa – la tomba di due giovani defunti e il piccolo spiazzo con i droni – ci ricordano la vita e la morte che chiede un senso e la pace ferita dai droni della guerra, che chiede la loro conversione in strumenti di pace e di cura del creato. Ci mettiamo in ascolto della parola di Dio. La pagina del profeta Geremia ricorda il grido del profeta contro la violenza, l’oppressione che segnava profondamente il suo popolo come oggi segna molti popoli e persone. Il cuore del profeta ha come un fuoco ardente che arde per la giustizia e la pace. E i battiti del cuore delle persone e del creato devono diventare anche nostri, come per il profeta, animare anche il nostro cuore. “In questo Tempo del Creato – ci ricorda papa Francesco nel suo Messaggio per questa Giornata -, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato”. Voi, cari fedeli di Salvatonica, vivete in pace tra queste campagne, tra i torrenti e i fiumi che le solcano, le coltivate, godete dei frutti della terra e del vostro lavoro. Altre persone, altri popoli sono depredati dei loro beni che diventano ricchezza solo per alcuni e motivo di ingiustizia, di guerra e di fuga. Infatti, coloro che sono costretti a lasciare la loro terra – i profughi ambientali - continuano a crescere ogni anno e sono ormai arrivati ad essere oltre 40 milioni nell’ultimo anno, spesso non riconosciuti e protetti. Perché scorra la giustizia e la pace occorre che tutti si assumano la responsabilità, “non conformandoci alla mentalità di questo mondo” – come ci ha ricordato S. Paolo – ma rinnovando il nostro modo di pensare e di agire per salvaguardare il creato e non far diventare la terra motivo di ingiustizia e di violenza. La nostra vita cristiana, anche la vita liturgica deve saper dire e dare questo impegno responsabile perché la terra sia salvaguardata: questa nostra ‘cara terra’. Purtroppo, “Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta – ci ricorda papa Francesco. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali”. Sono parole che non riguardano solo altri popoli e altri Paesi, ma anche il nostro popolo, il nostro Paese che inizia a risentire pesantemente dei cambiamenti climatici, come abbiamo visto dalle alluvioni e dalle tempeste dei mesi scorsi che hanno lambito anche il nostro territorio, ma anche di grandi allevamenti e del rischio di nuove trivellazioni nel Delta. La pagina evangelica di Matteo insieme a quella di Paolo ha al centro la parola ‘sacrificio’. Se vogliamo salvare la terra e il creato dalla violenza e dall’ingiustizia, dai cambiamenti climatici occorre che tutti abbraccino uno stile di vita responsabile nell’uso dei beni della terra, che si accompagni al rispetto delle persone. Per salvarci Gesù Cristo, ricorda a Pietro, ha scelto la Croce, e così Paolo e tanti cristiani martiri e santi. “Prendere la Croce” oggi significa anche rinunciare, condividere, salvaguardare i beni della terra, superando individualismo ed egoismo, ricerca di guadagno soltanto nell’uso dei beni creati: significa camminare insieme. Lo ricorda Papa Francesco nel Messaggio di quest’anno, rispondendo alla domanda: Cosa possiamo fare noi oggi? “Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società”. E’ questa “la conversione ecologica” che già ci chiedeva San Giovanni Paolo II (Udienza, 18.1.2001). La conversione chiede di riconoscere anche i nostri peccati ecologici e confessarli, ci ricorda Papa Francesco: “Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili”. Cari fratelli e sorelle, cari confratelli nel nostro amore a Dio e al prossimo, con tutto il cuore, l’anima e la mente dobbiamo far entrare anche la cura del creato dono di Dio e casa di ogni uomo, facendo in modo che su questo tema tutto il Popolo di Dio sia partecipe di “un coinvolgente cammino di dialogo e conversione sinodale”. In questo triangolo di terra e di acque, chiediamo l’aiuto di S. Francesco e di S. Antonio di Padova, patrono di questa comunità da 500 anni, perché in comunione con le nostre Chiese sorelle, sappiamo fare scelte di stile, culturali e politiche che mettano al centro la salvaguardia del creato per salvare la giustizia e la pace. Così sia.

Salvatonica - Fe 03/09/2023

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