Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Celebrare e vivere in spirito e verità

Immagine
Viviamo tempi non facili che, per essere superati, chiedono un impegno comunitario sia sul piano ecclesiale che nella società civile, con un protagonismo sempre maggiore dei laici.  Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, cent’anni fa, il mio predecessore Vescovo di Comacchio, S.E. Mons. Gherardo Sante Menegazzi (1866-1945) - francescano cappuccino che guidò la sede vescovile di Comacchio dal 1920 al 1938 -, non essendo reperibile la documentazione della consacrazione del santuario dell’Aula Regia, decise di rinnovare la consacrazione. Non era un gesto formale nelle intenzioni del Vescovo, ma un rinnovare la consapevolezza della sacralità di un luogo da amare e rispettare, di un luogo di preghiera in tempi allora difficili di lotte tra socialisti e fascisti, con offese anche alla religione e alla Chiesa. Ogni chiesa, tanto più un santuario, è un’oasi in cui costruire una relazione personale con Dio, ma anche uno spazio in cui Dio entra in relazione con luogo. La sacralità della chie

La chiesa luogo di grazia e di vita

Immagine
La speranza deve guidare i nostri passi, in tempi non facili di spopolamento e di abbandono delle campagne, di fatica di credere... Cari fratelli e sorelle, celebriamo oggi nella Chiesa, insieme a tutti i lavoratori, il 1° maggio, nel ricordo di S. Giuseppe lavoratore, con lo sguardo al mondo del lavoro e dei lavoratori di oggi. E in questo giorno, questa antica comunità di Ravalle celebra da 377 anni i Santi apostoli Filippo e Giacomo, ricordando le fatiche e le sofferenze di tanti lavoratori con le loro famiglie trasformare paludi, acquitrini e boschi, tra il Reno e il Po, in questa florida campagna, difendere la propria terra e il proprio lavoro - come nello sciopero del 1884. E in questo giorno riapriamo questa chiesa, spettatrice immutabile di questa storia da oltre due secoli, da sempre importate riferimento di fede, di cultura e di vita, luogo di vita comunitaria, intitolata ai Ss. patroni Filippo e Giacomo. La Parola di Dio ci guida e orienta. La pagina evangelica di Giovanni è

Il confronto diretto con mons. Perego sul tema delle migrazioni

Immagine
Serve un intervento di tutta l’Europa, l’Italia come gli altri Paesi del Mediterraneo non può essere lasciata sola nell’affrontare la questione emigrazione. Lo ha ribadito papa Francesco nella conferenza stampa sull’aereo che da Budapest, dopo il viaggio apostolico in Ungheria, lo ha ricondotto in Italia. Come contributo al dibattito su questo tema, incontriamo mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana. Mons. Perego, partiamo dalla famosa frase del Santo Vescovo di Piacenza, Giovanni Battista Scalabrini, che diceva: “Emigrano i semi sulle ali del vento, emigrano le piante, gli uccelli, gli animali, e più di tutti emigra l’uomo”. Quindi, la migrazione è una dimensione che fa parte dell’umanità e della storia del mondo. Oggi si affronta in diversi modi: chi erige muri, fili spinati, chi cerca di regolare i flussi, chi offre corridoi umanitari. È un tema molto complesso. Eccel

San Marco: Vangelo e libertà

Immagine
Libertà di fede e libertà civili tante volte camminano insieme, come vediamo in alcuni Paesi del mondo governati da varie forme di dittatura, dove i cristiani ancora sono perseguitati o, comunque, non possono liberamente professare la loro fede... Onorevoli autorità, cari fratelli e sorelle, la festa civile del giorno della Liberazione, che oggi celebriamo, cade nella festa dell’evangelista S. Marco. Il ricordo dei giorni della libertà, che hanno visto l’impegno congiunto di uomini e donne del nostro Paese, e il ricordo di chi per questa libertà che godiamo da 78 anni ha dato la vita, si unisce al ricordo di un evangelista, testimone e martire della fede, quale è stato S. Marco, fedele e valido aiuto degli apostoli Pietro e di Paolo nell’evangelizzazione. Libertà di fede e libertà civili tante volte camminano insieme, come vediamo in alcuni Paesi del mondo governati da varie forme di dittatura, dove i cristiani ancora sono perseguitati o, comunque, non possono liberamente professare la

San Giorgio: la potenza della croce

Immagine
Il primo mondo a cui S. Giorgio rimanda è il mondo militare, il mondo della guerra. Viviamo in tempi di guerra, guerre note e guerre dimenticate... Onorevoli autorità, cari fratelli e sorelle, celebriamo la solennità di San Giorgio, nostro patrono, in questo tempo di Pasqua, di vita, di risurrezione. E’ una celebrazione che si ripete ogni anno, e ogni anno assume un significato diverso per i tempi, le situazioni che viviamo. Quest’anno la celebrazione in questa basilica che ha visto nei secoli la presenza dei monaci olivetani diventa anche occasione per ricordare due tra loro, che molti tra voi hanno conosciuto estimato: Padre Nazareno e Padre Giacomo. Di Padre Nazareno vogliamo ricordare la sua attenzione amorevole ai malati e al ministero del sacramento della Riconciliazione, a cui dedicava molte ore. Di Padre Giacomo il grande senso pastorale che lo portava a coinvolgere in mille attività bambini, giovani e famiglie. Due pastori, maestri e testimoni della fede che accompagnano oggi