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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

L’amore al prossimo e soprattutto ai nemici

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Il cammino sinodale ci chiede più partecipazione alla vita della comunità, sentirsi responsabili gli uni degli altri... Cari fratelli e sorelle, ho accolto volentieri l’invito di don Andrea di celebrare questa Eucaristia domenicale con voi e di incontrare poi i Consigli parrocchiali, anche in vista di un cammino verso le unità pastorali che stiamo costruendo nella nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio. Abbiamo ascoltato insieme la parola di Dio di oggi, Parola di vita e Parola di speranza. La pagina del Levitico ci ha riproposto l’invito del Signore a Mosè, perché il popolo non cessi di camminare nella santità. E’ un cammino, quello della santità, che non è costruito su fatti, gesti straordinari, ma sulla qualità delle relazioni quotidiane, dei gesti e sentimenti comuni che devono essere guidati dall’amore a Dio e al prossimo. L’amore al prossimo, in particolare, ricorda il Levitico, chiede di convertire il cuore, i sentimenti, gli atteggiamenti così da scegliere sempre di dire la verità,

Parlare con il cuore

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Troppe volte più che “parlare con il cuore” si parla, si comunica con una pregiudiziale – politica, sociale, culturale – che esaspera, fino a falsare, aspetti, situazioni, relazioni... Cari giornalisti e operatori della comunicazione, ogni anno ritorna il nostro incontro nella memoria di S. Francesco di Sales, vostro patrono. E ogni anno a guidarci nella riflessione è da una parte la Parola di Dio, parola di vita, e dall’altra il messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che il Papa invia e alle comunità cristiane. Dopo aver riflettuto sui verbi “andare e vedere”, “ascoltare”, il Papa quest’anno si sofferma sul “parlare con il cuore”. Sono verbi di un lessico giornalistico che richiamano gli aspetti fondamentali nella costruzione della notizia, che da una parte vede e ascolta e dall’altra comunica con rispetto. “Parlare con il cuore” non significa infatti dimenticare la verità, ma – come ci ha ricordato in una sua enciclica Benedetto XVI – coniugare verità e carit

Avere cura

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  Cura e compassione sono i primi farmaci che nascono non dall’intelligenza, ma dal cuore. Cari fratelli e sorelle, cari medici e operatori del mondo sanitario, ogni anno la Chiesa, nella memoria della Beata Vergine di Lourdes, santuario caro ai malati, ci invita a pregare e a riflettere sulla malattia e sulla cura, portando l’attenzione sul malato. Attorno all’Eucarestia oggi, nella Giornata del malato che diventa Giornata eucaristica, portiamo le sofferenze dell’uomo, la nostra fragilità, la fatica della malattia, le vite spezzate e segnate dal terremoto in Turchia e Siria, ma anche il dono della cura, del sacrificio, della compassione, della carità. Il messaggio di papa Francesco quest’anno è un invito: “Abbi cura di lui”. E’ un invito tratto dalla parabola del Buon Samaritano, che Papa Francesco ha commentato nell’enciclica ‘Fratelli tutti’, ricordandoci che anche la cura di un malato trova senso nell’idea di fraternità che unisce gli uomini e le donne tra loro. La storia c’insegna

Le nostre Chiese e la pastorale interculturale

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  RELAZIONE AL CONVEGNO DEI SACERDOTI AL SERVIZIO DELLE COMUNITÀ ITALIANE IN SVIZZERA Le nostre Chiese e la pastorale interculturale Gli ‘Orientamenti per una pastorale interculturale’ del Dicastero per lo sviluppo umano e ‘il cammino della pastorale interculturale’ della Chiesa svizzera 1. Premessa La Chiesa è in cammino, perché fatta di uomini e donne in cammino. E nella Chiesa anche i ministeri, ordinati e istituiti, camminano con le persone. Ogni cammino ha una sosta, dove spesso le persone costruiscono la loro casa, la loro vita, una comunità. E questo luogo di sosta spesso è condiviso: da chi era già presente, da chi arriva dopo di noi. E questo luogo sempre di più è condiviso da persone e famiglie con lingue, culture, storie, aspettative diverse. In un medesimo luogo possono arrivare e vivere insieme persone della stessa fede, con lingue e tradizioni diverse. In una pastorale interculturale devono essere tenuti presenti tutti questi aspetti, con al centro oggi, come a Pentec

La morte non è mai una soluzione

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La nostra vita e non solo le nostre parole possono dare il gusto per la vita e illuminare le strade familiari, sociali e politiche... Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, celebriamo oggi la 45a Giornata della vita. E’ una Giornata che ogni anno ci aiuta a ricordare i drammi della vita: dall’aborto, all’eutanasia, al suicidio assistito, ma anche da chi muore solo in casa o in fondo al mare. La vita è sempre da accogliere e da tutelare, da soccorrere e da promuovere. Come cattolici siamo chiamati a smascherare la cultura della morte per riaffermare e promuovere concretamente la cultura della vita. Per questo, “la morte non è mai una soluzione” è il titolo del Messaggio indirizzato dai Vescovi italiani in occasione di questa Giornata. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, Parola di vita. La pagina del profeta Isaia invita a condividere il pane con chi ha fame, aprire la casa ai poveri, ai senza tetto, a vestire chi è nudo, per seguire il Signore e camminare nella giustizia. Is

Obbedienza, comunione dei beni e compassione

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Ognuna delle vostre regole o costituzioni sono lo strumento per fare la volontà di Dio dentro la concreta situazione storica ed ecclesiale. Care religiose e cari religiosi, care sorelle e cari fratelli, viviamo oggi insieme la Giornata della vita consacrata. Sono unite con noi nella preghiera le tre comunità monastiche di Ferrara. E’ una giornata in cui ognuno dei vostri carismi sono al centro, come un dono per la vita della Chiesa, della nostra Chiesa e del mondo. Celebriamo questa Giornata qui a Comacchio, anche per ricordare i settant’anni della presenza delle suore Orsoline, nate dal cuore di un parroco veronese, nella nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio, in particolare in queste parrocchie dell’unità pastorale del centro storico di Comacchio dove hanno riversato il meglio della loro passione educativa e carità, alimentate dal dono dell’Eucaristia e attente ai piccoli e ai deboli. Un impegno oggi che unisce la cura pastorale alla dedizione alla scuola materna, con la stessa passione

San Giovanni Bosco, l’uomo delle Beatitudini

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San Giovanni Bosco che ha sfidato l’ingiustizia e cercato strade per tutelare la giustizia e la dignità delle persone, soprattutto dei ragazzi e giovani in disagio Cari fratelli e sorelle, cari confratelli è una gioia essere tra voi e con voi e la comunità dei Salesiani, celebrare il ricordo di S. Giovanni Bosco. Con lo sguardo alla testimonianza di fede e all’impegno educativo di S. Giovanni Bosco ci mettiamo in ascolto della parola di Dio. La pagina del libro di Sofonia è un invito a cercare la giustizia, che significa imparare lo stile del Signore di povertà e umiltà, di verità e rispetto di ogni persona. “Certo la parola “giustizia” può essere sinonimo di fedeltà alla volontà di Dio con tutta la nostra vita, ma se le diamo un senso molto generale dimentichiamo che si manifesta specialmente nella giustizia con gli indifesi” (G.E.79), ci ha ricordato Papa Francesco. Carità e giustizia camminano sempre insieme (cfr. G.S.69), come ci ha testimoniato l’esempio di santità di S. Giovanni