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Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati: il fallimento della solidarietà europea

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Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati, approvato oggi al Parlamento europeo a Bruxelles, avrebbe dovuto modificare le regole di Dublino, favorire la protezione internazionale in Europa di persone in fuga da disastri ambientali, guerre, vittime di tratta e di sfruttamento, persone schiacciate dalla miseria, con un impegno solidale di tutti i Paesi membri dell’Unione europea nell’accoglienza, il ritorno alla protezione temporanea come si era visto con gli 8 milioni di migranti in fuga dall’Ucraina, un monitoraggio condiviso tra società civili e Istituzioni del mar Mediterraneo per salvare vite nel Mediterraneo. Invece l’Europa – mentre continuano le tragedie nel Mediterraneo – a maggioranza di voti si chiude in se stessa, trascura i drammi dei migranti in fuga, sostituisce la vera accoglienza con un pagamento in denaro. E pretende ancora di più dai Paesi di frontiera, come l’Italia: controlli più veloci, ritorni nel primo Paese di sbarco di chi si muove in Europa se

S. Contardo, pellegrino di pace e testimone di condivisione

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Contardo, rinunciando alle ricchezze ha fatto la scelta dell’essenziale... Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, onorevoli autorità, celebriamo oggi il vostro patrono, S. Contardo d’Este, uno dei santi della casa d’Este, il casato che ha avuto origine nella città di Ferrara, dove sono Pastore e con cui la vostra città è gemellata dal 2001. S. Contardo, che la tradizione ferrarese indica come fratello della Beata Beatrice II d’Este, monaca benedettina, è un santo di cui conosciamo solo alcuni aspetti della sua esistenza, in particolare l’anno della morte – 1249 – nella vostra città di Broni, mentre era pellegrino verso il santuario di S. Giacomo di Campostela e i miracoli che ne seguirono, raccolti e amplificati nella ‘Vita’ più antica del 1367 che si conserva nell’archivio di questa parrocchia. Ma bastano questi aspetti per costruire il profilo di una santità che ha una grande contemporaneità. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio in questo tempo pasquale, che regala pace e g

Uno stile di comunione e di condivisione

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Lo Spirito Santo ci trasforma, illumina il cammino del futuro... Cari fratelli e sorelle del Rinnovamento dello Spirito, respiriamo ancora l’aria di Pasqua che è aria di perdono di misericordia, soprattutto in questa seconda Domenica del tempo pasquale. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina degli Atti degli Apostoli continua a regalarci dopo la Pasqua e la Pentecoste, testimonianze di annuncio “della risurrezione del Signore Gesù” e di conversione e di condivisione. Infatti, la Pasqua trasforma lo stile di vita della prima comunità cristiana, che forma “un cuor solo e un’anima sola”, impara a condividere, a mettere in comune ogni bene. E’ il principio dell’economia di comunione di cui hanno parlato Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, che ha trovato nella storia forme straordinarie – come nell’esperienza benedettina e francescana – ma anche oggi in comunità religiose e movimenti, come il Rinnovamento dello Spirito, una testimonianza importante. La comunione non è solo u

Raccontaci Maria, che hai visto sulla via?

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Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo “Raccontaci Maria, che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto”. Le parole della sequenza pasquale in questa nostra Cattedrale riaperta raccolgono la nostra domanda a Maria di Magdala, testimone della risurrezione. E’ la domanda che ha accompagnato la fede dei cristiani in quasi nove secoli, celebrando ogni anno in questa Cattedrale la Pasqua, guidati dal Vescovo e dal Capitolo della Cattedrale, strettamente legato alla vita della Cattedrale e formato, da oltre mille anni, dai canonici, consiglieri del Vescovo. Oggi il Capitolo ha perso il suo ruolo di consiglio del Vescovo per accentuare il ruolo della preghiera, della Liturgia, in particolare della Liturgia delle ore nella nostra Cattedrale – di cui sono una stupenda testimonianza storica i corali miniati del ‘400 e del ‘500 che si possono ammirare nel Museo della Cattedrale -, ma anche della memoria della nostra stor

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo

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Il pianto amaro di Pietro è stato talora anche il nostro pianto... Cari fratelli e sorelle, oggi il nostro sguardo e la nostra preghiera sono rivolti al Crocifisso, a Dio diventato uomo dei dolori, al Figlio di Dio morto per la nostra salvezza. Nel Crocifisso scopriamo la verità dell’umanità di Dio, vissuto nella Terra che oggi soffre per la guerra, le violenze, le morti innocenti di uomini, donne e bambini. Per questa Terra Santa e per i cristiani che vivono e che soffrono in Iraq, Siria, Libano oggi è la nostra preoccupazione e la nostra carità, in comunione con papa Francesco in e con tutte le Chiese del mondo, uniti nella preghiera per la pace. Ci mettiamo in ascolto della parola di Dio. La prima lettura che abbiamo ascoltato è uno dei Canti del servo del libro di Isaia. Dopo aver ricordato che il Sevo è stato sfigurato, disprezzato, umiliato ora Isaia vede il Servo innalzato, esaltato. Dalle piaghe del Servo di Javhè noi siamo stati guariti, siamo stati giustificati, cioè perdonat

Il carcere luogo di fede

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  Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero... “Ho tanto desiderato mangiare la Pasqua con voi” (Lc 22,15). Queste parole che riascolteremo il Giovedì Santo, cari fratelli e amici detenuti, cari agenti e volontari, sono l’invito di Gesù a ritrovarci e a vivere insieme la preparazione alla Pasqua con questa celebrazione eucaristica, segno di unità e vincolo di carità. Non è un segno banale quello che ci regala l’Eucaristia, Pasqua di ogni Domenica, ma un segno e un vincolo– quello dell’unità e della carità – che ci fa sentire famiglia, anche lontano da casa, ci rende capaci di solidarietà anche se viviamo in una cella da soli. Ci lasciamo illuminare dalla parola di Dio in questo giorno santo. La pagina del profeta Isaia ricorda che il Signore dà ai suoi servi, ai suoi discepoli, a chi si affida a lui la capacità di parlare allo sfiduciato, di non tirarsi indietro, anche di soffrire. Fidandoci di lui noi possiamo sentirci sicuri e affrontare ogni situazione. Sono paro

L'Ospedale, luogo di vita e di risurrezione

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L’ospedale prima che luogo di prestazioni è luogo di relazioni... Cari fratelli e sorelle, cari medici e operatori sanitari, non è una semplice abitudine celebrare la Pasqua e scambiarci gli auguri in Ospedale. A Pasqua “la luce serena” di Cristo risorto – come ci ricorda il bellissimo preconio della notte di Pasqua - risplende e illumina il buio, la notte: il buio e la notte che nella vita ci portano la sofferenza e la malattia, l’incapacità o l’inefficacia di una cura, l’abbandono. Di questa “luce serena” di Cristo risorto hanno bisogno l’Ospedale e i luoghi di cura, dove si respira affannosa la voglia, ma anche la fatica di vivere, dove ogni segno di speranza è come una grazia. Questa “luce serena” è l’invito di Gesù a ritrovarci e a vivere insieme la preparazione alla Pasqua con questa celebrazione eucaristica, segno di unità e vincolo di carità. Non è un segno banale quello che ci regala l’Eucaristia, Pasqua di ogni Domenica, ma un segno di unità che ci rende capaci di solidarietà