Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo





Il pianto amaro di Pietro è stato talora anche il nostro pianto...


Cari fratelli e sorelle, oggi il nostro sguardo e la nostra preghiera sono rivolti al Crocifisso, a Dio diventato uomo dei dolori, al Figlio di Dio morto per la nostra salvezza. Nel Crocifisso scopriamo la verità dell’umanità di Dio, vissuto nella Terra che oggi soffre per la guerra, le violenze, le morti innocenti di uomini, donne e bambini. Per questa Terra Santa e per i cristiani che vivono e che soffrono in Iraq, Siria, Libano oggi è la nostra preoccupazione e la nostra carità, in comunione con papa Francesco in e con tutte le Chiese del mondo, uniti nella preghiera per la pace. Ci mettiamo in ascolto della parola di Dio. La prima lettura che abbiamo ascoltato è uno dei Canti del servo del libro di Isaia. Dopo aver ricordato che il Sevo è stato sfigurato, disprezzato, umiliato ora Isaia vede il Servo innalzato, esaltato. Dalle piaghe del Servo di Javhè noi siamo stati guariti, siamo stati giustificati, cioè perdonati. Il Servo di Javhè è immagine del Figlio di Dio fatto uomo, di Gesù Crocifisso e risorto. E Gesù Crocifisso è anche immagine di un nuovo sacerdozio, che “sappia prendere parte alle nostre debolezze”, alla nostra storia – ricorda la lettera agli Ebrei. Accostandoci al Sacerdote che è Cristo Gesù, Figlio obbediente al Padre, noi “riceviamo misericordia e troviamo grazia”. Il Servo e il nuovo Sacerdote sono figure di Cristo Crocifisso che ama, perdona, salva. Abbiamo riletto nei particolari del vangelo di Giovanni la storia del Crocifisso, Gesù di Nazareth che passò in mezzo a noi facendo del bene e di come gli anziani del popolo lo hanno condannato e ucciso. Il racconto della Passione di Giovanni che abbiamo ascoltato non senza commozione è iniziato con una prima scena, un primo quadro: il tradimento di Giuda, uno dei discepoli. Non basta essere discepoli del Signore, non basta seguirlo, ma occorre amarlo più di ogni altra cosa. Giuda ha amato di più il denaro del suo Maestro, lo ha venduto per denaro. Quante volte anche per noi le cose contano più delle persone. Quante volte abbiamo sacrificato affetti, incontri per denaro. Il denaro porta solo alla morte non regala la vita. Al massimo regala un momentaneo benessere fisico. Contano di più le relazioni, gli incontri, la condivisione. Giuda, le guardie, i farisei hanno paura di Gesù. Infatti, indietreggiano quando Gesù risponde: “Sono io”. Il secondo quadro su cui fermo la vostra attenzione è il rinnegamento di Pietro. Gesù è nel sinedrio, interrogato e fuori, attorno a un fuoco c’è Pietro. Interrogato due volte se anche lui era discepolo di Gesù Pietro nega per due volte. Anche il discepolo che incontriamo molte volte accanto a Gesù, che sarà scelto poi come il primo Papa, cioè il servo dei servi, ha rinnegato Gesù. Quante volte anche noi abbiamo promesso fedeltà allo stile di vita cristiana e non siamo stati capaci di testimoniare il vangelo nelle diverse circostanze della vita. Il pianto amaro di Pietro è stato talora anche il nostro pianto, sicuri però di poter ricominciare grazie al perdono di Dio. Se una persona che ha rinnegato Gesù è diventato il primo Papa, anche noi se riprendiamo il cammino con fede, anche dopo cadute, possiamo essere discepoli di Gesù. Il terzo quadro del racconto della passione di Gesù è il dialogo tra Gesù e Pilato. Per Pilato, rappresentante della politica romana, il processo di Gesù è un fastidio, tanto che cerca di chiudere la questione, ma inutilmente. E da politico che finge di cercare la verità, ma non vuole perdere nulla cede alla violenza dei capi dei giudei e del popolo e lascia che Gesù sia Crocifisso. Come ricorda Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, se la politica non diventa la più alta forma di carità rischia di cedere alle ingiustizie, alle violenze, rischia di creare nuovi crocifissi. L’ultimo quadro è quello della Crocifissione, dove tutto ciò che è di Gesù è condiviso, anche le vesti, spartite tra i soldati, anche il suo sangue, che diventerà sangue della nuova alleanza, Eucaristia. Il Crocifisso inaugura la storia della Chiesa, rappresentata da Giovanni e Maria sotto la Croce, un uomo e una donna, l’umanità. Il Crocifisso inaugura la nostra figliolanza divina, l’ultimo regalo di Gesù in Croce. Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Ferrara 29/03/2024

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