S. Sebastiano e il suo sogno di pace

 


Tutelare la vita e la dignità di ogni persona...


Onorevoli Autorità, cari agenti, cari fratelli e sorelle, ci ritroviamo, come ogni anno, a celebrare S. Sebastiano, il soldato e tribuno romano, morto martire sotto l’impero di Diocleziano, vostro Patrono, il cui culto è diffuso sia in Occidente che in Oriente. La figura e la testimonianza di santità di S. Sebastiano e la Parola di Dio che abbiamo ascoltato guidano la nostra riflessione e la nostra preghiera. La pagina del libro di Samuele ci parla di una strage di Amaleciti da parte di Davide e di una battaglia persa dal popolo d’Israele che vede la morte del re Saul e di suo figlio Gionata, insieme a molti altri morti. E’ la guerra. La guerra di ieri e di oggi. Le stragi di ieri e di oggi, le cui immagini sono sotto gli occhi di tutti noi, in Ucraina, in Israele come in Palestina, in Yemen e in tanti Paesi africani. Scene di guerra e stragi si ripetono e chiedono strumenti e Organismi internazionali che possano fermare la guerra, tutelare la giustizia e la pace. La Polizia internazionale è uno di questi strumenti per evitare la guerra, per colpire i colpevoli e non i cittadini inermi. Anche nelle nostre città, però, esistono conflitti, ingiustizie che degenerano in vendette, poca cura dei beni comuni che portano a morti innocenti che chiedono l’azione di Polizia: per ristabilire la giustizia, la pace e la cura dei beni comuni per una sicurezza sociale. E’ un compito importante, quello della Polizia, il vostro compito in città, per evitare che ognuno faccia le proprie regole, giustizia da sé e tutelare il bene comune, soprattutto le persone e le famiglie più deboli. Per questo, la Solennità di S. Sebastiano, diventa motivo per ringraziarvi, cari agenti, e per sostenervi con la preghiera nel quotidiano lavoro di cura delle relazioni, della città, a partire dalle persone più fragili, perché sia una ‘casa comune’, aperta agli incontri e perché il volto della nostra città sia sempre custodito sereno e pulito. Per questa ragione, difronte alla guerra, alle morti, alla strage, Davide fa un altro gesto: prega il Signore per Saul e Gionata, prega e piange per le vittime d’Israele. La preghiera è uno strumento importante per Davide, soldato e poi re, e un altro strumento importante per ogni cristiano, anche per un agente. Ha pregato anche S. Sebastiano vostro patrono, come ci ricordano le biografie: ha pregato per i persecutori, per le vittime. Il vostro lavoro, cari agenti, per la pace, la sicurezza, l’ordine può essere sostenuto anche dalla preghiera a Dio, Signore del tempo e della storia, Padre. Di fronte alle guerre, alle ingiustizie papa Francesco ci ricorda continuamente il valore della preghiera per la pace. La pace, infatti, è frutto delle nostre azioni, ma anche dono di Dio. Di un Dio che è venuto tra noi, come ci ha ricordato il Natale che abbiamo vissuto da poco. Di un Dio che nel Figlio si è reso vicino, è entrato nelle nostre città, abitato le nostre case, camminato sulle nostre strade come ci ricordano le pagine evangeliche. Un Dio vicino. Eppure che non sempre sappiamo riconoscere – come ci ha ricordato la breve pagina evangelica: “E’ fuori di sé” dicono i discepoli. Chi parla di pace, chi parla di amicizia sociale, di fraternità anche oggi è considerato “fuori di sé”, un sognatore, uno lontano dalla realtà. Papa Francesco lo ricorda nell’enciclica Fratelli tutti, dicendo, però, che non smetterà mai di sognare, cioè di desiderare e costruire un mondo in pace e fraterno. Imparandolo da S. Francesco, il santo che ha trasformato con i suoi la Chiesa e il mondo. S. Francesco – ha scritto il Papa nell’enciclica Fratelli tutti- “è stato un padre fecondo che ha suscitato il sogno di una società fraterna, perché «solo l’uomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere maggiormente sé stesse, si fa realmente padre». In quel mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, le città vivevano guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre crescevano le zone miserabili delle periferie escluse. Là Francesco ricevette dentro di sé la vera pace, si liberò da ogni desiderio di dominio sugli altri, si fece uno degli ultimi e cercò di vivere in armonia con tutti. A lui si deve la motivazione di queste pagine” (F.T.6). E S. Francesco ha imparato a sognare un mondo diverso da martiri come S. Sebastiano, che conoscevano cosa significa la guerra e che hanno scelto lo stile di pace di Gesù Cristo. E’ con questo stile di pace negli occhi e nel cuore, nel giorno del vostro Patrono S. Sebastiano, che vi auguro, cari agenti, un cammino sulle strade della nostra città, dove le relazioni sono sempre più complicate, per tutelare la vita e la dignità di ogni persona, soprattutto i più deboli e regalare a questa nostra ‘casa comune’, alimentando la responsabilità di tutti, pace e sicurezza sociale. Così sia.

Ferrara 20/01/2024




Commenti

Post popolari in questo blog

Il Beato Bonfadini: angelo della fede e della carità

Sono fondamentali i permessi di protezione umanitaria

3 ottobre 2013 - 3 ottobre 2023: la tragedia continua