Il discernimento sia luce ai passi incerti


La libertà del donarsi...

Care sorelle e cari fratelli religiosi, il nostro incontro cade l’indomani della festa della Presentazione di Gesù al tempio, giornata della vita consacrata. E’ un incontro che dimostra l’ affetto della nostra Chiesa per l’esperienza di vita consacrata, rinsalda la nostra comunione e accompagna il nostro cammino, in questo tempo sinodale e in questo anno dedicato alla preghiera, in preparazione del Giubileo. Siamo anche in attesa della Visita ad limina dei Vescovi dell’Emilia Romagna, l’incontro con il Papa, Successore di Pietro, che ogni cinque anni diventa per ogni Chiesa locale occasione per un bilancio della propria vita di fede. In questi ultimi cinque anni il mondo dei religiosi e delle religiose ha registrato ancora una diminuzione, con la chiusura di alcune case a fronte dell’apertura di due nuove comunità, una femminile e una maschile. I religiosi da 22 sono diventati 20 e le religiose da 115 sono scese a 100. La vita consacrata è sempre, però, un mondo di 120 persone, al servizio delle nostre comunità, per i bambini e gli anziani, i giovani e i malati, le famiglie e le chiese. E’ un mondo chiamato alla perfetta carità, alla radicalità evangelica che ricorda, nel suo stile di vita le beatitudini evangeliche. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, Parola di vita. La pagina del primo libro dei Re ci ricorda il viaggio di Salomone a Gabaon per offrire sacrifici in ringraziamento al Signore che lo ha scelto come re del suo popolo. In sogno il Signore chiede a Salomone che dono vuole ricevere per il suo compito di Re. Salomone, dopo avere ricordato i doni ricevuti da suo padre Davide (fedeltà, giustizia e cuore retto), chiede al Signore un “cuore docile”, per distinguere “il bene dal male” e saper così governare il popolo di Dio di cui lui si sente ‘servo’. Il Signore avendo ascoltato la richiesta di Salomone risponde che, poiché il futuro re ha chiesto la capacità di discernimento, gli darà un “cuore saggio e intelligente”, unitamente a “ricchezza e gloria”. Care religiose e religiosi, in questo anno del cammino sinodale anche noi siamo chiamati a discernere, a scegliere. Anche noi, come Salomone, chiediamo al Signore la capacità del discernimento. Il primo atto di discernimento nella vita religiosa è la scelta della Congregazione o famiglia religiosa, dove non tutte convengono a tutti. Un secondo atto di discernimento è dentro la famiglia religiosa, dove attraverso la direzione spirituale e la preghiera, si affina la scelta e si intraprende uno stile di vita. Il terzo atto del discernimento è la libertà del donarsi al Signore “con tutta l’anima, la mente e il corpo”: i voti di povertà, castità e obbedienza. Il quarto atto del discernimento è accogliere l’incontro imprevisto con persone, situazioni che mettono alla prova la nostra scelta. Il discernimento è un atto del cuore più che della mente: per questo Salomone ha chiesto un cuore docile. Il discernimento è un atto di amore a Dio e al prossimo, un atto di “perfetta carità”. Il discernimento, poi, è alimentato da una vita di preghiera, da una relazione costante con il Signore. Nel cammino sinodale tutto il popolo di Dio, in tutte le sue componenti - laici, consacrati, presbiteri, Vescovi – è chiamato al discernimento, a saper scegliere non solo nella Chiesa, ma anche nel mondo il proprio stile di vita cristiano. Scriveva Edith Stein, da carmelitana: “Nel periodo che va da poco prima a poco dopo la mia conversione, pensavo che entrare nella vita religiosa significasse abbandonare tutte le cose terrene per vivere solamente con il pensiero fisso nelle cose divine. A poco a poco capii invece che è qualcosa d’altro che a noi viene chiesto in questo mondo, e che anche nella vita più contemplativa i legami con questo mondo non vengono spezzati” (Lettera a Suor Callista, 12 febbraio 1928). Azione e contemplazione per tutti nella vita consacrata camminano insieme. La pagina evangelica di Marco vedono Gesù e i discepoli riuniti insieme, lontano dalla folla, per un confronto sulla attività di insegnamento dei discepoli. E’ un momento di verifica, come molte volte accade nelle vostre comunità religiose, nelle nostre comunità parrocchiali. E’ un momento di discernimento spirituale, necessario nel nostro cammino e nella nostra vita sempre piena di incontri, di cose da fare, al punto che tante volte non rimane neanche per noi “il tempo di mangiare”. E’ il deserto, il luogo della libertà spirituale, della contemplazione, della preghiera che non può mai mancare nella nostra vita. Un tempo che spesso dura troppo poco, perché con i diversi mezzi di oggi – dal telefono al computer ai social – siamo subito raggiunti da qualcuno, “pecore senza pastore” - per usare le parole dell’evangelista. E così riprende la nostra azione pastorale, come è avvenuto per Gesù: “e si mise a insegnare molte cose”. Il popolo di Dio, di cui siamo servi e serve, come ricordava don Primo Mazzolari, “tante volte mangia il prete”, come “mangia il religioso o la religiosa”. In questo tempo e mondo di solitudine, la vita consacrata è una luce, come ci ha ricordato il rito di ieri della Candelora, che illumina il mondo. “L’uomo religioso è in cammino e deve essere pronto a lasciarsi guidare, a uscire da sé per trovare il Dio che sorprende sempre – ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Lumen fidei. Questo rispetto di Dio per gli occhi dell’uomo ci mostra che, quando l’uomo si avvicina a Lui, la luce umana non si dissolve nell’immensità lumi¬nosa di Dio, come se fosse una stella inghiottita dall’alba, ma diventa più brillante quanto è più prossima al fuoco originario, come lo specchio che riflette lo splendore. La confessione cristiana di Gesù, unico salvatore, afferma che tutta la luce di Dio si è concentrata in Lui, nella sua “vita luminosa”, in cui si svela l’origine e la con¬sumazione della storia” (L.F.35). Care sorelle e cari fratelli consacrati, chiediamo oggi al Signore, in questo tempo di discernimento che il cammino sinodale, di rivedere la nostra vita, l’ascolto della Parola e la vita liturgica, fonte della nostra preghiera, i ministeri da noi ricevuti, le strutture a noi affidate, perché sappiamo consigliarci e regalare al mondo un rinnovato annuncio del Vangelo e una testimonianza fedele che sia luce ai passi incerti di chi incontriamo. Così sia.
Ferrara 03/02/2024

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