Epifania del Signore “Alzati, rivestiti di luce”



“Alzati, rivestiti di luce”. Cari fratelli e sorelle di Ferrara e cari fratelli e sorelle nella fede arrivati a Ferrara da diverse parti d’Italia e del mondo, è bello l’invito che il profeta Isaia fa a ciascuno di noi, perché in sintesi ci ricorda il cammino di questo anno, un cammino sinodale, in cui ciascuno di noi è chiamato a cambiare lo stile della propria partecipazione alla vita della Chiesa, rivestiti della luce di Cristo. L’abito cristiano, infatti, è cristologico: sono i gesti, i sentimenti di Cristo e non di altri che guidano la nostra vita in città, le nostre scelte familiari, il nostro impegno ecclesiale. Saluto e ringrazio per la presenza i nostri amici della Migrantes di Bergamo, accompagnati dal suo Direttore: è il segno della condivisione di un cammino di fede e di Chiesa. Siamo ancora nel clima natalizio e la luce, che rompe la nebbia, rischiara le tenebre è la luce del Bambino che nasce a Betlemme, il Figlio di Dio. La luce di Cristo ci permette di alzare lo sguardo – afferma ancora il profeta Isaia – è guardarci attorno, guardare il mondo e accorgerci che la luce di Cristo illumina tutti, accompagna tutti a quella grotta. Questa “ricchezza delle genti” è la destinataria della salvezza che il Dio con noi porta. Tutti proclamano il “Gloria a Dio”. Il cammino sinodale di quest’anno ci deve non far dimenticare questo “tutti” a cui è destinata la salvezza, perché il nostro cammino non si fermi nei recinti ecclesiali, ma raggiunga la città, il mondo, con un grande spirito missionario. Nell’Epifania - per usare le parole dell’apostolo Paolo alla comunità di Efeso – riconosciamo un passaggio nuovo nella storia della salvezza, che non è stato manifestato alle “generazioni precedenti”, che in Gesù Cristo, Figlio di Dio, “tutte le genti sono chiamate a condividere la stessa eredità”, cioè ad essere figli di Dio, e che “formano lo stesso corpo”, cioè una sola famiglia umana. Con l’Epifania il Natale si apre al mondo, non esiste più “straniero o ospite”, ma tutti sono figli e fratelli. Il Natale è una festa di popoli. Il profeta Isaia e l’apostolo Paolo hanno un medesimo sogno condiviso anche da papa Francesco, nell’enciclica Fratelli tutti: “Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!” (F.T.8). Il cammino dei Magi a Betlemme– ricordato dall’evangelista Matteo – è un cammino di fraternità, perché i Magi rappresentano il mondo. E nel cammino i magi incontrano la difficoltà di Erode che non crede al senso del loro cammino. I Magi sono liberi di partire e di restare. Anche nel nostro cammino di costruzione di un mondo fraterno troviamo difficoltà – come l’indifferenza, l’odio, l’egoismo – ma dobbiamo confidare nella Parola del Signore e nei “segni dei tempi”, come hanno fatto i Magi. E il cammino dei Magi si chiude davanti al Bambino Gesù, il Figlio di Dio e a sua Madre Maria. I doni che i Magi portano sono il segno dell’adorazione del Figlio di Dio, l’incenso, della ricchezza – l’oro -, ma anche del dolore – la mirra: i doni indicano al tempo stesso ciò che il Figlio di Dio viene a portare nel mondo: la preghiera a Dio Padre, la ricchezza di essere figli, la vita eterna. Nei Magi riconosciamo il desiderio di Dio, di uscire e incontrare il Signore. Il loro cammino non fa perdere la fede, la loro libertà, ma le arricchisce. Il loro cammino indica il cammino di una “Chiesa in uscita”, aperta alle sfide del mondo, certa di portare un valore aggiunto, i doni di Dio. Nel cammino dei Magi rivediamo come “Oggi sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa – come ci ha ricordato Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium - , e tutti siamo chia¬mati a questa nuova “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiun¬gere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (E.G.20).
Il cammino dei Magi è anche il cammino che accomuna in maniera diversa tutti gli uomini, tutti noi, come una sola famiglia. “Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta - ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti - rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri” (F.T.95). Anche nelle nostre città mobili e ricche di persone diverse siamo chiamati ad essere ‘Fratelli tutti’. Cari fratelli e sorelle, come i Magi mettiamoci in cammino per adorare il Signore e come il Buon Samaritano continuiamo il nostro cammino nella carità: preghiera e carità sono i doni del Natale, ma anche le strade per “la riforma della Chiesa in uscita missionaria”, le strade per la costruzione di un mondo fraterno. Così sia.

Ferrara 06/01/2024

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