Un Natale fraterno


Di una luce che non siano le luci sulle strade, vestite a festa, ma di una luce che aiuti a discernere...

Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, “un Bambino è nato per noi”, è il Figlio di Dio, il Dio tra noi e con noi. E’ il Natale. La pagina del profeta Isaia canta la gioia del messaggero che annuncia la pace e la salvezza per il ritorno del Signore a Gerusalemme. Il Signore viene a consolare il suo popolo, ma anche ad annunciare la salvezza a tutti i popoli e a tutte le nazioni. Il Natale è per tutti sembra annunciare il profeta Isaia. “Molte volte e in diversi modi”, ricorda la lettera agli Ebrei Dio è intervenuto nella storia, mai però direttamente con una presenza personale. Lo ha fatto con suo Figlio, Creatore e redentore. La venuta del Figlio di Dio tra gli uomini purifica tutto dal male: il mondo, le persone. L’invito della lettera agli Ebrei è ad adorare il Figlio di Dio, riconoscerlo nella sua Incarnazione, come Dio con noi. La pagina evangelica di Giovanni è un inno a questa presenza del Figlio di Dio nella storia e a riconoscerla, ad accoglierla per ricevere “grazia su grazia”, per essere liberi davvero e costruire un mondo fraterno. E’ un invito ad approfondire la nostre fede, oltre la contemplazione del presepe. Infatti, la nascita del Figlio di Dio trasforma la vita e la storia umana, perché genera luce dove c’è buio, gioia laddove c’è tristezza, ricchezza laddove c’è povertà, condivisione dove c’è egoismo, pace dove c’è conflitto, vita dove c’è morte. Di luce, gioia, ricchezza, condivisione, pace e vita siamo chiamati anche noi, oggi, a diventare testimoni. Di una luce che non siano le luci sulle strade, vestite a festa, ma di una luce che aiuti a discernere, a scegliere e a camminare insieme, in comunione con le Chiese in Italia che vivono un tempo sinodale. Di una gioia che non sia frutto solo del divertimento, ma che diventi serenità in famiglia e sul lavoro, per la ricchezza degli incontri, per la responsabilità educativa e la giustizia sociale. Di una ricchezza che non sia solo più denaro, ma soprattutto valorizzazione dei beni comuni, riconoscenza delle diversità, rispetto, contro ogni forma di volgarità. Di una condivisione che vinca l’egoismo e l’individualismo e diventi partecipazione, cooperazione, sviluppi “la capacità quotidiana di allargare… la cerchia” (Fratelli tutti, 97). Di una pace non solo in Ucraina e in Medio Oriente, in particolare in quella striscia di Gaza oggi ridotta a un cumulo di macerie, ma anche nelle nostre famiglie, spesso lacerate da conflitti interni, da violenze su donne e minori che si fanno sempre più numerose, da conflitti ideologici che minano la verità e la tutela dei diritti. Di una vita che chiede sempre più tutela per le persone (dai bambini che muoiono per l’interruzione di una gravidanza, ai bambini, uomini e donne che muoiono in mare, dalle persone che si tolgono la vita alle persone a cui noi togliamo la vita). E’ un Natale di fraternità quello che desidero augurare a tutti quest’anno: un Natale che rigeneri - per usare il verbo dell’evangelista Giovanni - le relazioni nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie, nei luoghi di lavoro, nella scuola, nella città per costruire un mondo fraterno: una “fraternità aperta – ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti -, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita” (F.T.1). Non tradiamo questa fraternità che il Natale ci insegna e ci invita a costruire. Auguri fraterni a tutti. Un particolare augurio fraterno ai malati in casa e negli Ospedali o nelle Residenze di cura, alle persone sole, ai nostri detenuti nella casa circondariale, una casa tra le nostre case. Dei detenuti di Rebibbia e Casal del Marmo è questa Croce che indosso oggi: l’hanno voluta regalare a tutti i Vescovi italiani per augurare un Buon Natale. Buon Natale.
Ferrara 25/12/2023

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