Donne di carità trasformano la Chiesa e la città



Offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano...

Cari fratelli e sorelle, viviamo insieme una giornata e una celebrazione importante oggi, perché mentre ricordiamo la scelta preferenziale dei poveri della Chiesa, nel ricordo della dedicazione di questa basilica, accogliamo don Giovanni come nuovo rettore di questo Santuario arcidiocesano di S. Giorgio e S. Maurelio. Al servizio della comunità Shalom, ormai da alcuni mesi presente tra noi, si unisce il servizio di don Giovanni Polezzo, con la collaborazione del diacono Emanuele Pirani, per rendere questo nostro Santuario dedicato ai patroni di Ferrara un luogo di spiritualità per tutta la città, in particolare per i giovani, Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina dei Proverbi ci ricorda il valore della donna. È bella e vera questa sottolineatura del libro dei Proverbi sull’attenzione ai poveri della donna. Infatti, le donne, laiche e religiose, sono le prime che spesso hanno cura dei deboli, siano essi piccoli o anziani, malati o soli. Anche la storia della nostra città e della nostra Chiesa deve molto alle donne: alle tre beate Beatrici d’Este, a Lucrezia Borgia, la cui conversione è stata straordinaria per la dedizione ai poveri e alla preghiera, alle monache Clarisse, Benedettine e Carmelitane e prima ancora anche le Cappuccine, di cui ricordiamo la serva di Dio suor Veronica, e le Agostiniane, le tante religiose di Congregazioni di vita attiva , in particolare le Suore della carità, che hanno curato generazioni di malati nel nostro Ospedale o le Suore Orsoline, maestre ed educatrici, le molte laiche di Associazioni e movimenti, educatrici, catechiste, scout o impegnate nella vita politica. Per loro si può usare, parafrasandole, le parole della pagina dei Proverbi: “Siatele riconoscenti per il frutto delle loro mani e le loro opere le lodino alle porte della città”. Le donne con la loro carità hanno trasformato la nostra Chiesa e la nostra città, come “figlie della luce” e “figlie del giorno”, per usare le parole dell’apostolo Paolo ai Tessalonicesi. Anche questo Santuario, che oggi saluta il suo nuovo rettore, continua con la comunità Shalom questa tradizione di donne che uniscono preghiera e carità perfetta, segno della consacrazione, con una particolare attenzione ai giovani, mettendo a frutto i propri talenti e invitando a metterli a frutto. I talenti della pagina evangelica di Matteo sono i doni della vita cristiana che ognuno di noi ha ricevuto dal Signore. Sono doni di fede e di carità, di speranza, che costituiscono la nostra identità cristiana, ma anche costruiscono una comunità e preparano il futuro. Su come abbiamo usato questi doni – se solo per noi o anche per gli altri, i più poveri in particolare – saremo giudicati, come ricorda la pagina successiva di Matteo sul giudizio universale. Una comunità non cresce se in essa non si spendono i talenti. Come un’economia non cresce se i soldi non circolano e creano nuove opportunità. E non cresce neppure una città fatta di egoisti. L’impressione di un’assenza di Dio nella nostra vita rischia di trarci in inganno, di pensare di essere noi i giudici di noi stessi. Il cristiano – ci ricorda la parabola – è l’uomo dell’attesa, ma di un’attesa operosa. Don Dino Barsotti ha scritto che questa parabola come quella delle dieci vergini sono ricche di spiritualità: “Nella parabola delle dieci vergini la spiritualità cristiana è considerata sotto il tema nuziale; qua sotto il tema del servizio. Sono due temi continuamente congiunti: Gesù è lo Sposo, Gesù è il Servo. E tu sei la sposa, e tu devi anche servire il tuo Dio”. (Meditazioni sul Vangelo, capitoli 19-25, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2021, p.217). Nella Chiesa uomini e donne, hanno evangelizzato, testimoniato la fede e la carità, come sposi e servi; costruito case e chiese, ospedali e luoghi di accoglienza, scuole e università, centri giovanili e strutture di ogni tipo sul piano culturale, sociale, sportivo. È un grande patrimonio che oggi ha bisogno di essere rigenerato, con uomini e donne, che diventino ‘servi’, ministri, educatori ed educatrici, vicini alle persone, soprattutto ai poveri e ai malati. I primi destinatari dei nostri talenti sono loro, i poveri, i piccoli, i malati, i rifugiati: chi riesce a vivere grazie alla nostra condivisione. Cari fratelli e sorelle, come cristiani siamo uomini e donne in cammino. Mentre salutiamo e accompagniamo don Giovanni nel suo nuovo ministero, oggi, Giornata mondiale per i poveri, preghiamo il Signore perché i cristiani nella nostra città, uomini e donne, sappiano rischiare la condivisione per costruire un mondo più fraterno, secondo le parole che papa Francesco ci consegna nel messaggio per questa Giornata: “Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso – scrive papa Francesco. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro. La parabola del buon samaritano (cfr. Lc 10,25-37) non è un racconto del passato, interpella il presente di ognuno di noi. Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano – conclude papa Francesco. Nel cammino di fede e di carità ci guidi la testimonianza dei nostri Santi Patroni, Giorgio e Maurelio, un laico e un Vescovo, e la continua preghiera in questo Santuario a loro dedicato. Così sia.

Ferrara 18/11/2023

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