Testimoni della gioia del Vangelo

La luce della Pasqua accompagni chi fatica a lavorare la terra, chiede aiuto, per non rischiare di abbandonarla...

Cari fratelli e sorelle, la luce di Cristo risorto ha rischiarato la notte, ma anche i nostri cuori e le nostre menti addormentate, stanche e confuse, disorientate talora da ciò che capita nella nostra vita quotidiana e attorno a noi. Nel cero abbiamo trovato la luce per la nostra vita e anche per la storia. Gesù è l’alfa e l’omega, il principio e la fine della storia, a Lui appartengono il tempo e i secoli. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato in questa Veglia pasquale ci accompagna a prendere consapevolezza che “la luce di Cristo che risorge glorioso disperde le tenebre del cuore e dello spirito”, dona la pace. La pagina della Genesi ci ha ricordato che Dio è il Creatore del cielo, della terra, delle acque, del tempo, dell’uomo. L’uomo somiglia a Dio più di tutto ciò che è creato. Maschio e femmina Dio li creò e a loro il Signore ha affidato il cielo, la terra, le acque. La creazione è una nascita. La Pasqua una rinascita. E ogni rinascita corregge gli errori, impegna e non abbandona le origini. La visione antropologica cristiana ritrova il suo significato nella luce del Cristo risorto, che rinnova la creazione, l’alleanza tra Dio e l’uomo, aiuta a guardare al futuro. Contro ogni visione materialista o spiritualista – ci ricorda papa Francesco nella lettera apostolica Desiderio desideravi - “dobbiamo riacquistare fiducia nei confronti della creazione. Intendo dire che le cose – con le quali i sacramenti “sono fatti” – vengono da Dio, a Lui sono orientate e da Lui sono state assunte, in modo particolare con l’incarnazione, perché diventassero strumenti di salvezza, veicoli dello Spirito, canali di grazia. Qui si avverte tutta la distanza sia dalla visione materialista sia da quella spiritualista. Se le cose create sono parte irrinunciabile dell’agire sacramentale che opera la nostra salvezza, dobbiamo predisporci nei loro confronti con uno sguardo nuovo non superficiale, rispettoso, grato. Fin dall’origine esse contengono il germe della grazia santificante dei sacramenti” (D.D.46). La pagina dell’Esodo ricorda che l’alleanza tra Dio e il suo popolo è fondata su un cammino di libertà guidato da Dio, a cui le acque rispondono, per dividersi al passaggio del popolo di Israele e travolgere gli egiziani. Anche nel cammino dell’uomo e della vita della Chiesa il Signore è presente e, nonostante le indecisioni, le incomprensioni dell’uomo, i drammi della nostra storia, il Signore continua a regalarci la sua luce per il nostro cammino. Assetati, a Pasqua, andiamo al Signore che è l’acqua che disseta; affamati, affidiamoci a Dio che ci offre cibi nutrienti, ci ha ricordato il profeta Isaia. Chi incontra il Signore e confida nella sua misericordia cambierà la sua vita, i suoi pensieri. La parola del Signore feconda la nostra vita come l’acqua feconda la terra. Sono belle queste immagini che trovano riscontro anche nelle nostre terre, nella nostra pianura e nelle nostre acque. La nostra sete di Dio somigli alla sete che hanno i nostri campi. La luce della Pasqua accompagni chi fatica a lavorare la terra, chiede aiuto, per non rischiare di abbandonarla. La pagina di S. Paolo ci ricorda come la luce, l’acqua sono anche i segni del nostro Battesimo, il sacramento che ci ha resi figli e fratelli, che ci ha regalato un posto nella Chiesa in cammino per una vita nuova. Il Battesimo è il sacramento pasquale, perché richiama la morte e la vita. “Intimamente” uniti al Signore – ci ha ricordato l’apostolo Paolo - a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione”. Nel Battesimo siamo trasformati, perdonati, rigenerati in forza della comunione con la Pasqua del Signore. Troppe volte sottovalutiamo il nostro Battesimo e la forza di vita che lo anima. Lo consideriamo un segno, un gesto lontano, qualcuno vorrebbe anche toglierselo: in realtà Dio non toglie l’efficacia della morte e risurrezione di suo Figlio per noi. Siamo noi che scegliamo una vita diversa, rinunciamo ad essere in comunione con il Signore e i fratelli. A Pasqua, con le due Marie ci mettiamo anche noi in cammino verso il sepolcro dove è stato deposto il Crocifisso per sentirci dire “So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto. Ogni Domenica, Pasqua della settimana, noi rinnoviamo questo cammino per sentici dire ‘E’ risorto’, e pieni di gioia correre e annunciare che il Crocifisso è risorto. Cari fratelli e sorelle, il Signore ci dia il coraggio di lodare, rendere grazie al Signore “per la Pasqua del suo Figlio la cui forza di salvezza raggiunge la nostra vita” (D.D.41) e di annunciare la risurrezione, che abbiamo rivissuto in questa Veglia pasquale. E’ l’augurio pasquale che ci scambiamo. Il Signore è qui, tra noi e per questo abbiamo una ‘gioia grande’. Da battezzati non rinunciamo ad essere testimoni della gioia del Vangelo. Buona Pasqua.
Basilica di San Francesco - Ferrara 08/04/2023


Vedere e credere nel Risorto
Cari fratelli e sorelle, in questa celebrazione condividiamo con Papa Francesco “il desiderio che il Signore ha, oggi come nell’ultima Cena, di continuare a mangiare la Pasqua con noi” (D.D.57). Il Signore, Messia Crocifisso, è il Dio vivo. “Quando torna risorto dai morti per spezzare il pane per i discepoli di Emmaus e per i suoi tornati a pescare pesce – e non uomini – sul lago di Galilea – scrive Papa Francesco nella lettera apostolica Desiderio desideravi -, quel gesto apre i loro occhi, li guarisce dalla cecità inferta dall’orrore della croce, rendendoli capaci di “vedere” il Risorto, di credere alla Risurrezione” (D.D.7). Anche noi oggi desideriamo vedere, saper discernere personalmente e come Chiesa, che strade prendere: per correre ad annunciare che il Signore è risorto, come Maria di Magdala, in compagnia di Pietro e Giovanni; per avere il coraggio di Pietro di dire che chi è stato appeso alla croce è stato risuscitato da Dio ed è diventato “giudice dei vivi e dei morti” o con Paolo per ricordare che “risorti con Cristo” dobbiamo dare un valore relativo alle cose e prepararci all’incontro con il Signore. “Cristo, mia speranza è risorto”, oggi annunciamo. Ogni Domenica noi ripetiamo questo versetto dell’Exultet, perché ogni domenica, il Signore, come nell’ultima Cena, ha il desiderio di continuare a mangiare la Pasqua con noi (cfr. D.D. 57). La Pasqua accompagna la primavera. La rinascita della vita della terra, in questa stagione, è accompagnata dalla memoria della risurrezione di Gesù. La nuova vita di Gesù, Figlio di Dio, ci consola, ci rinnova in questo tempo post-Covid, che ha lasciato “un malessere generale” – come ci ha ricordato papa Francesco -, quasi “un male di vivere” – richiamando ‘Ossi di seppia’ del poeta Montale: sofferenze che continuano e talora aggravate, disagio psichico spesso nei più giovani, povertà di relazioni, fragilità e tensioni nuove in famiglia, abbandono nella partecipazione sociale e politica. La città soffre ancora: di povertà in costante aumento, di precarietà lavorativa fino allo sfruttamento, di un inverno demografico che non vede primavere, di una transizione ecologica accompagnata da una crisi energetica. Le nostre campagne e il nostro Delta hanno sete non solo di acqua, ma di relazioni, in paesi e frazioni dove i giovani e le famiglie abbandonano le case. La Pasqua giunge tra noi e il Signore risorto ci invita ad essere persone creative, che corrono, che s’impegnino a rigenerare la nostra città e il territorio, che soffrono nell’anima e nel corpo. La nostra comune preghiera in questa Pasqua, nelle celebrazioni delle 170 parrocchie della Arcidiocesi, farà rivivere il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, mistero di morte e di vita. Cari fratelli e sorelle, in questa Pasqua, la preghiera animi la comunità cristiana, perché sia casa tra le case, capace di far sentire a casa ogni persona, costruendo nuovi legami, curando le ferite, accompagnando i piccoli e i malati, nello stile del comandamento dell’amore. Auguri. Buona Pasqua. Buona Pasqua alle autorità e alle persone semplici, agli studenti e ai malati, a chi è lontano da casa e a chi è tornato a casa, ai figli e ai genitori, ai piccoli e agli anziani. Buona Pasqua di vita e di pace.
Ferrara - Comacchio 09/04/2023

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