Santa Lucia, “nemica di ogni crudeltà”



Lucia è diventata subito una santa popolare, con processioni e feste a Lei dedicate, e la sua devozione ha attraversato i secoli incontrando l’attenzione di artisti come il Caravaggio e il Tiepolo...

Cari medici e operatori sanitari, cari fratelli e sorelle, è’ una gioia, dopo il tempo del Covid che ha reso difficili le relazioni e le celebrazioni, riprendere la celebrazione della festa di S. Lucia in questo nostro Ospedale, dove la cura della vista è sempre stata un’eccellenza. Una festa che viviamo in questo tempo di Avvento, tempo di attesa e di preparazione al Natale. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, una parola che guarisce ogni male. Anche oggi ascoltiamo il profeta Isaia, il profeta che ci accompagna nel tempo di Avvento per vivere il mistero del Natale, che ci invita a guardare alle grandi opere che il Signore compie come Creatore: ci dona la luce e le tenebre, ci regala la pioggia, ma anche ci insegna la giustizia in tutte le sue opere. Tutto il Signore lo compie per l’uomo, perché questa terra sia abitata. E l’uomo trova la salvezza solo se si rivolge a Dio: “Volgetevi a me e sarete salvi”. E’ un atto di fede in Dio Salvatore, quello che chiede di fare il profeta Isaia. Questo atto di fede in Dio lo ha compiuto prima di noi la giovane s. Lucia. Lucia ha convertito tutta la sua vita al Signore, donando tutto ai poveri, volgendo verso di Lui i suoi occhi e perdendo anche per Dio i suoi occhi, nel doloroso martirio che i persecutori gli hanno riservato. Per la sua testimonianza di fede e il suo martirio, Lucia è diventata subito una santa popolare, con processioni e feste a Lei dedicate, e la sua devozione ha attraversato i secoli incontrando l’attenzione di artisti come il Caravaggio e il Tiepolo, nei due capolavori della sepoltura e della sua Comunione eucaristica prima del martirio. La pagina evangelica che abbiamo ascoltato ci ricorda come Giovanni mandò a chiedere a Gesù se fosse Lui il Messia e lo incontrano mentre guarisce i malati, caccia i demoni e ridona la vista a molti ciechi. Questo passaggio evangelico in cui Gesù “ridona la vista a molti ciechi”, deve essere stato molto caro a S. Lucia, se i suoi persecutori hanno voluto togliere a Lei la vista. C’è un racconto della passione di S. Lucia scritto tra il IV e il V secolo e citato da S. Tommaso, che può guidarci. In questo racconto c’è un dialogo tra il proconsole Pascasio, che la metterà a morte e S. Lucia. Nel dialogo Lucia dice al proconsole: “Tu osservi la volontà del principe: io osservo la legge del mio Dio. Tu tremi davanti all’imperatore: io temo il mio Dio. Tu non vuoi offendere un uomo: io non voglio offendere Dio. Tu desideri compiacere all’imperatore: io non ho altra ambizione di piacere a Cristo”. In queste parole di Lucia al proconsole abbiamo una straordinaria testimonianza di fede che fa diventare la sua morte un seme per nuovi cristiani, prepara la fine della persecuzione di Diocleziano e l’inizio della libertà cristiana con Costantino. Nel buio che i suoi occhi trovano per la mano dell’uomo sorge la luce della libertà e della grazia. Dante nella Divina Commedia raffigurò in S. Lucia la “grazia illuminante”. Manzoni sceglierà il nome di Lucia per la protagonista del suo romanzo ‘I promessi sposi’. Il popolo cristiano ha scelto S. Lucia come la donna del dono. Oggi a Lei, cari fratelli e sorelle, vogliamo chiedere il dono della pace, nelle tenebre della guerra alle porte dell’Europa, che genera morte, mutilazioni, fughe, distruzioni. A Lei chiediamo che la luce della fede possa illuminare le menti di chi è cieco e non vede più per il potere, i soldi, per l’egoismo, per la prepotenza: perché vede solo se stesso e non Dio e gli altri. Dante sempre nella Divina Commedia ci ricorda che S. Lucia è “nemica di ogni crudele”: a lei oggi chiediamo di liberare il mondo dalla crudeltà che lo distrugge e ci aiuti a portare pace e fraternità, che sono anche i doni più belli per il nostro Natale. Così sia.

Ospedale sant'Anna - Cona 14/12/2022

Nella foto: "Il Seppellimento di S. Lucia" di Caravaggio
Olio su tela - anno 1608
cm 408x300. custodito presso la Chiesa di S. Lucia alla Badia, in Ortigia (Siracusa)

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