Maria ed Elisabetta donne del quotidiano

 


Ogni forma di chiusura, di individualismo, rischia di non farci attenti a questa vicinanza di Dio, rischia di non farci gustare la gioia della grazia...


Cari fratelli e sorelle, nel cammino in preparazione al Natale la liturgia ci fa incontrare, pregare Maria come l’Immacolata, preservata dal peccato, abitata dalla grazia, per essere la Madre del Figlio di Dio. Ci mettiamo in ascolto della parola di Dio che ci aiuta a entrare in questo mistero. La pagina della Genesi ci presenta anzitutto Dio che cerca l’uomo, dopo che ha mangiato del frutto dell’albero. E nasce un dialogo tra Dio e Adamo dove scopriamo le conseguenze del peccato: la paura, la nudità, il nascondimento, ma anche la ricerca di un complice in chi ci è vicino, la donna e il serpente. Il finale della pagina della Genesi non è la vendetta di Dio, ma la promessa di una vittoria sul male che vedrà protagonista un’altra donna che, come Eva, sarà la nuova madre di tutti i viventi. Dio non lascia l’uomo nel peccato, non lo abbandona mai al male. La profezia della Genesi la Chiesa la vede realizzata in Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, Madre di tutti i viventi. La differenza tra Eva e Maria è che se Eva ci fa scoprire il limite del peccato, Maria ci fa scoprire la bellezza della grazia: entrambe, però, sono Madri di tutti i viventi. La pagina di S. Paolo è una preghiera di benedizione in cui si ricorda il disegno di amore di Dio fin dalla creazione, che si realizza in Gesù Cristo che ci ha resi figli, santi e immacolati, rinnovati dalla grazia. Il destino di Maria Immacolata è anche il destino di ogni cristiano che vive nella santità. L’Immacolata ricorda il nostro destino, se speriamo nel Signore. L’Immacolata unisce il cielo e la terra, l’uomo e Dio, il presente e il futuro. Il racconto dell’Annunciazione, che ci prepara a vivere il mistero del Natale, è ricco di elementi che già richiamano la novità della presenza di Dio nella storia. Dio arriva in città, a Nazareth, dentro una casa, e si presenta con il suo angelo a una promessa sposa. La città, la casa, la famiglia sono già alcuni elementi importanti che rendono presente il Signore. Le parole dell’angelo a Maria - “il Signore è con te”- sono importanti: dicono la vicinanza del Signore, come Dio è sempre vicino. E questa vicinanza genera gioia, anzitutto, ma anche turbamento, perché non siamo abituati a sentire il Signore così vicino. Una vicinanza che interroga Maria, come dovrebbe interrogare ciascuno di noi: perché il Signore si rende così vicino? Dio si rende vicino per regalarci suo Figlio, in un modo naturale, perché vuole che condivida la nostra umanità in tutto, fuorchè nel peccato. E Maria diventa strumento, per grazia, di questa vicinanza del Figlio di Dio, di questa che, come ci ricordano i Vangeli, è la presenza di Gesù: camminerà in mezzo alla gente, soffrirà, piangerà, dimostrerà affetto alle persone, fino a morire. Gesù condivide la natura umana. E l’artefice di questa presenza del Figlio di Dio tra noi è lo Spirito Santo, l’amore che procede dal Padre e dal Figlio e che per prima, investe Maria, rendendola la Madre di Dio. Per il Creatore, che abbiamo incontrato già vicino nel racconto della Genesi, nulla è impossibile. E a dimostrazione di questa verità dell’Incarnazione, l’angelo porta l’esempio di Elisabetta, un’anziana che genera un figlio. Maria e Elisabetta sono due donne che, in forma diversa, diventano protagoniste della presenza di Dio tra gli uomini. Maria e Elisabetta ci ricordano l’importanza di fidarsi e affidarsi al Signore che in noi, anche nella nostra povertà, riesce sempre a fare “grandi cose”. Maria ed Elisabetta sono donne del quotidiano, familiari che invitano a leggere l’ordinario come il luogo in cui incontrare il Signore. Maria ed Elisabetta ci esortano ad ascoltare la parola di Dio, a non essere indifferenti a chi serve e ama la vita, in tutte le sue forme.
Cari fratelli e sorelle, la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, ci renda capaci di sentire i passi del Signore in mezzo a noi, che continuano anche oggi, e i segni della sua presenza nella Chiesa e nel mondo. Aprite le porte, convertitevi sono gli inviti che in questo tempo d’Avvento ci arrivano dalla Parola di Dio. Ogni forma di chiusura, di individualismo, rischia di non farci attenti a questa vicinanza di Dio, rischia di non farci gustare la gioia della grazia. Maria ci insegna ad aprire il nostro cuore a Dio e agli altri, per vivere da figli e da fratelli. Il Concilio Vaticano II ha messo in luce come il principio mariano sia un principio che anima profondamente la missione della Chiesa e come Maria non sia solo oggetto di devozione, ma sia legata alla formazione della Chiesa, comunità modellata sulla vita della Trinità. Concludo con le parole di Papa Francesco, una preghiera a Maria: “Vergine Santa e Immacolata… suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità: nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità, nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del vangelo” (Papa Francesco, Ave Maria, Milano, Rizzoli, 2018, p.69). Così sia.

Ferrara 08/12/2022
Nell'immagine la statua di Jacopo della Quercia, Madonna della melagrana (1403-06; Ferrara, Museo della Cattedrale)

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