In Ospedale si vive continuamente il mistero dell’Incarnazione

 


Anche l’Ospedale in continuazione si vive il Natale, il Dio con noi, nel volto di un bambino e di una bambina che nasce...


Cari medici e operatori sanitari, cari fratelli e sorelle, come ogni anno ci ritroviamo attorno all’altare in questa cappella dell’Ospedale per condividere la gioia del Natale, in un luogo di sofferenze e dolori, ma anche di cura e di vita. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, Parola che guarisce, Parola di vita. La pagina del libro dei Giudici che abbiamo ascoltato, infatti, entra in una famiglia e parla di un uomo e di una donna che non hanno figli. E Dio, attraverso un angelo, si rende vicino e annuncia la nascita di un figlio, seguendo alcune indicazioni. E nascerà Sansone, pieno di vita, uno degli eroi del popolo d’Israele. Il nostro Dio è il Dio della vita e tutto ciò che accompagna la vita, tutela la vita viene da Dio. Anche oggi molte donne faticano ad avere figli. L’Ospedale diventa talora il luogo dell’annuncio della vita, attraverso cure e attenzioni nuove, ricerche e sperimentazioni nel rispetto della natura umana. Anche l’Ospedale in continuazione si vive il Natale, il Dio con noi, nel volto di un bambino e di una bambina che nasce. Per questa ragione il Natale non è estraneo alla vita dell’Ospedale, ma ne costituisce il centro, in qualche modo. L’Incarnazione di Dio si ripete ogni volta che nasce un figlio di Dio, che ha l’immagine e la somiglianza di Dio. Anche la pagina evangelica di Luca ci parla di una nascita da una donna sterile, Elisabetta, la nascita di Giovanni il Battista. Elisabetta e Zaccaria, sono due anziani, giusti. Questa volta Dio non appare alla donna, ma al marito, Zaccaria, mentre prega nel tempio, e gli annuncia la nascita di un figlio. L’angelo ricorda a Zaccaria che il figlio che nascerà sarà un profeta, riconcilierà i padri con i figli, sarà un uomo di pace, e accompagnerà con il suo ministero la venuta del Messia. Zaccaria diventerà muto fino alla nascita di Giovanni il Battista, quasi a dire che non ci sono parole umane a confronto con la Parola di Dio. Due nascite accompagnano allora la Liturgia di oggi e il nostro incontro con il Signore che nasce. Quest’anno il Natale è un Natale di pace. Attorno a noi c’è guerra, con le morti, i feriti, la fuga di donne e bambini che arrivano tra noi, le distruzioni anche di Ospedali alle porte d’Europa, in Ucraina. Abbiamo davanti agli occhi l’immagine del neonato di due giorni morto sotto le bombe in un reparto di maternità di una struttura ospedaliera vicino alla città di Zaporizhzhia. La guerra non rispetta neppure gli Ospedali, neppure i più piccoli. Anche da questo Ospedale sale un grido di pace, che è un grido di tutela di ogni vita. Cari medici e operatori sanitari, il Natale che viene porti la pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e soprattutto nei Paesi in guerra. Di fronte alla vita che nasce, come Zaccaria siamo chiamati al silenzio, perché non abbiamo parole di fronte al Dio della vita. Anche l’inverno demografico che viviamo, segnato dalle difficoltà delle giovani coppie, delle famiglie, non impedisce di ringraziare il Signore per il dono della vita, che voi accompagnate, curando il dolore, aiutando la maternità, ricercando di ridare non solo la salute, ma anche la gioia alle persone e alle famiglie. E’ questa gioia, carica di vita e di pace che chiediamo al Signore in questo Natale e che auguro ai malati, alle loro famiglie, ai medici e agli operatori sanitari e amministrativi di questo Ospedale e di ogni Ospedale e casa di cura di questa nostra terra ferrarese. Auguri. Buon Natale. Buon Natale di pace.

Ospedale Sant'Anna - Cona 19/12/2022


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