Si alzò e andò in fretta (Lc 1,39): la passione del servizio

 

Facciamo del servizio, del dono, del perdono le strade della nostra vita cristiana?

Cari giovani, cari fratelli e sorelle, oggi celebriamo la Solennità di Cristo Re con voi. Nella Chiesa parlare di regalità non significa parlare di potere, di un potere magari lontano, ma di servizio, di dono, di condivisione. Ci accompagna in questo stile di servizio Maria, che, dopo aver accolto l’invito dell’angelo a diventare la Madre del Signore «si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39) per andare ad aiutare la cugina Elisabetta. “Il verbo comune ai tre temi – vi scrive papa Francesco nel messaggio per questa giornata -è alzarsi, espressione che –è bene ricordare –assume anche il significato di risorgere, risvegliarsi alla vita. Alzarsi è impegnarsi, Attorno a noi, infatti, sono più parole di morte che di vita; di sofferenza, di guerra, che di pace; di rifiuto che di accoglienza, di pretesa che di condivisione. L’esempio di Maria che si alza, si impegna, serve, ci accompagna nel nostro impegno quotidiano. L’Eucarestia che celebriamo ci nutre, è pane del nostro cammino, che ci educa anche a fermarci nel nostro cammino, ci educa all’impegno per regalare attenzione, cura, tempo e denaro a chi è in difficoltà e soffre. Prendere il pane eucaristico ogni domenica è un invito alla responsabilità nella vita ecclesiale e sociale.
Ci mettiamo in ascolto della parola di Dio di oggi, Parola di vita. La pagina del libro di Samuele ci ricorda una pagina della storia della salvezza, dove Israele conferma a Davide di sentirsi un solo popolo. E’ il superamento dell’individualismo tribale, è la consapevolezza delle tribù di essere amati da Dio allo stesso modo, senza differenze. E’ una pagina che prepara la nostra consapevolezza di essere un solo popolo di Dio, di essere Chiesa. La fede non può essere semplicemente un atto individuale. E’ certo una scelta personale, che, per grazia, ci inserisce in un solo popolo, ci fa sentire figli e fratelli. Fratelli tutti, come ci ricorda l’ultima enciclica di papa Francesco: “Consegno questa enciclica sociale - scrive il Papa - come un umile apporto alla riflessione affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole” (F.T.6). La pagina della lettera dell’apostolo Paolo ai Colossesi è un canto che ci ricorda queste nostre capacità che abbiamo ricevuto grazie al Battesimo, questa nuova condizione: siamo liberi, parte del Regno del Figlio, ci ha regalato il perdono, ha dato senso ad ogni cosa creata. Come cristiano siamo chiamati ad esercitare bene questa libertà, non lasciandoci condizionare, a saper scegliere la pace, il dialogo, il perdono nei confronti dei nostri fratelli, a riconoscere la presenza di Dio nella Chiesa, camminando insieme, a curare e non sfruttare i beni comuni, il creato che ci è stato donato. Dio, con Gesù, ha ordinato tutto per noi, ha preparato una nuova casa per i suoi figli. E Gesù ha creato questo nuovo ordine non con la potenza, la prepotenza, la violenza, ma, disprezzato, umiliato, ha scelto di salvarci come innocente Crocifisso. E sulla croce, nella sofferenza, il suo primo pensiero non è per se stesso, ma per gli altri: regala il Paradiso al ladrone crocifisso con lui. “Il re dei Giudei”, come è scritto nel cartiglio sopra la Croce, dimostra la sua regalità accettando la morte da innocente e salvando i peccatori. Cari Giovani, ci sentiamo di seguire l’esempio del Re Crocifisso? Ci sentiamo di pagare con la nostra vita le scelte cristiane? Facciamo del servizio, del dono, del perdono le strade della nostra vita cristiana’? Maria lo ha fatto, ci ricorda il Papa: da madre si è alzata ed è andata a servire un’altra madre. Da Madre di Dio non si è fermata sul ruolo straordinario che ha ricevuto da Dio, ma ha servito suo Figlio in tutti i momenti della sua vita fino sotto la Croce. Anche tutta la vita di Maria è stata all’insegna del servizio e per questo noi la invochiamo come “Serva del Signore”. In Maria il servizio a Dio e il servizio ai fratelli e alle sorelle camminano insieme. “Maria - scrive papa Francesco nel messaggio a voi indirizzato - diventa tempio di Dio, immagine della Chiesa in cammino, la Chiesa che esce e si mette al servizio, la Chiesa portatrice della Buona Novella!”. La fede ci mette in cammino, ha bisogno di essere testimoniata. “La Madre del Signore è modello dei giovani in movimento, non immobili davanti allo specchio a contemplare la propria immagine o “intrappolati” nelle reti. Lei è tutta proiettata verso l’esterno. È la donna pasquale, in uno stato permanente di esodo, di uscita da sé verso il grande Altro che è Dio e verso gli altri, i fratelli e le sorelle, soprattutto quelli più bisognosi, come era la cugina Elisabetta” scrive ancora papa Francesco. Non si può esitare nella testimonianza della fede e nel servizio. Per questo Maria si muove in fretta per andare a servire Elisabetta. Guardando all’esempio di Maria, cari giovani, il Papa vi interpella con due domande: “Come reagisco di fronte alle necessità che vedo intorno a me? Penso subito a una giustificazione per disimpegnarmi, oppure mi interesso e mi rendo disponibile? La risposta a queste domande non può non portare a guardare in alto, cioè nella preghiera chiedere aiuto a Dio, e all’altro con cui siamo prossimi per un gesto di servizio, di dono nella vita quotidiana. Non fermatevi, cari giovani, non arrendetevi di fronte alle ingiustizie, alla guerra, alle violenze, ma regalate il vostro servizio, in collaborazione con le generazioni di adulti e anziani, per costruire una nuova famiglia umana. La gioia di questo incontro prepari l’incontro di Lisbona con i giovani di tutto il mondo del prossimo anno. Così sia.

Copparo - Fe 19/11/2022

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