E' urgente un’accoglienza più diffusa


L’accoglienza dei minori attraverso anche un’accoglienza familiare, che purtroppo ancora è solo sperimentale, manca sia nel contesto italiano che nel contesto europeo...

La legge Zampa è stato un passo in avanti importantissimo. Il problema è che mancano gli strumenti per realizzarla e oggi oltre la metà dei minori non accompagnati di fatto va a finire nei CAS, cioè non in una struttura adeguata per accompagnare un minore e per tutelarlo”. Lo ha detto oggi il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, in una intervista per Vatican News e Radio Vaticana. Rispondendo ad una domanda sul nuovo esecutivo in Italia che ha giurato oggi mons. Perego ha invitato a “continuare in una strutturazione del progetto di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia, continuare nella costruzione di un progetto che sia diffuso su tutto il territorio, in tutti gli 8 mila Comuni, arrivando a chiudere le strutture emergenziali, come i CAS, attraverso invece delle strutture che siano più di carattere famigliare e siano inclusive all’interno di un territorio e non esclusive. Questo credo – ha spiegato – sia un passo importante che si è fermato negli ultimi anni e che deve essere assolutamente ripreso con forza e, secondo impegno, certamente un’attenzione più adeguata al discorso dei minori non accompagnati.

Anche qui attraverso una rete familiare e di comunità-famiglia che possa tutelarli. Un ultimo elemento: no ai respingimenti, no ai blocchi navali, sì ad incontrare e a riconoscere chi ha diritto alla protezione internazionale e, con gli accordi con gli Stati di provenienza, il rientro di chi non ha diritto a questa protezione”. E alla vigilia della Giornata Mondiale Missionaria il presidente di Migrantes evidenzia che sono tante le persone che stanno sbarcando dalla Somalia, dall’Eritrea, da altri Paesi, dallo stesso Iran, da alcuni Paesi africani: “cristiani e cattolici. Ricordo nel famoso naufragio del 2013, quando i sommozzatori sono andati a recuperare i corpi, c’erano tanti che avevano in bocca la croce della coroncina che avevano al collo, erano cristiani copti, abbiamo trovato un diario di un diacono, tante testimonianze, abbiamo trovato pagine delle Bibbie tra i reperti degli sbarchi dei barconi naufragati e quindi questi sono tutti segnali che ci ricordano che colore che stanno arrivando, sono anche fratelli nella fede, e potrebbero far parte di quel mondo di 900 mila cattolici che oggi sono in Italia provenienti da 120 nazionalità diverse”.

Intervento di mons. Perego, il 25 ottobre, sul sito Fondazione Migrantes

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