Accogliere e ascoltare i minori non accompagnati: due verbi che camminano insieme
1. Nel titolo dell’incontro, ci sono due verbi – accogliere e ascoltare – che non possono che camminare insieme: l’accoglienza chiede l’ascolto, per riconoscere l’altro; l’ascolto, per essere proficuo, chiede l’accoglienza dell’altro. Soprattutto se minori e minori stranieri non accompagnati. I minori stranieri non accompagnati sono ragazzi e ragazze che arrivano in Italia senza i genitori e senza un adulto che sia per loro legalmente responsabile. Per questo motivo sono particolarmente vulnerabili e necessitano di una speciale protezione. Non è un fenomeno nuovo, ma che sempre ha accompagnato le migrazioni, anche le migrazioni italiane, come ci ricorda il noto racconto nel libro ‘Cuore’ di Edmondo De Amicis “Dagli Appennini alle Ande”, che ricorda il viaggio di un bambino genovese alla ricerca della madre emigrata in Argentina.
2. Chi sono questi minori stranieri non accompagnati oggi in Italia? Al 31 dicembre scorso erano in Italia 18.625, con un calo di presenze nel secondo semestre di quest’anno, che ha riportato i numeri a quelli del settembre 2022. La media delle accoglienze nel 2021 è stata di poco più di 8.000, nel 2022 pari a circa 16.000, nel 2023 oltre 22.000 e nel 2024 20.000. Dall’inizio del 2025 solo i minori non accompagnati sbarcati sulle coste sono 665. Mediamente il 35% lascia la struttura d’accoglienza in Italia per andare in altri Paesi dell’ Europa, soprattutto.
3. Chi sono i minori non accompagnati presenti in Italia? Dai numeri andiamo a ricostruirne il volto.
L’età. Quasi il 90% sono ragazzi e il 10% ragazze. Dei ragazzi il 61% hanno 17 anni, il 21% 16 anni, il 7% 15 anni, tra i 7 e 14 anni il 9,2%. C’è anche qualche bambino più piccolo, soprattutto salvato in mare. Le ragazze il 23% ha 17 anni, il 15% 16 ani, l’11% 15 anni, mentre il numero più alto, pari al 46% ha un’età tra i 7 e i 14 anni, con alcune bambine anche sotto i 6 anni.
Da dove provengono. I Paesi di provenienza dei minori non accompagnati al 31 dicembre 2024 sono 66. Quasi il 70% (cioè circa 13.000) proviene da 33 paesi africani ; il 23,4%, cioè 4400 circa, da 9 Paesi dell’Est; il 7,6%, cioè 1400, da 12 Paesi asiatici; solo una cinquantina sono i minori che provengono da 12 paesi del Continente americano. Le nazionalità più rappresentate sono: l’Egitto (3700), in calo. l’Ucraina (3500), in calo Gambia (2176), in crescita, Tunisia (1789), in calo; Guinea (1512), in calo, Costa d’Avorio (884), in calo, Albania (586), in calo. Da sole queste sette nazionalità rappresentano il 76,5% di tutti i minori non accompagnati. Le altre nazionalità più rappresentate sono: Bangladesh, in aumento, Pakistan, Mali, in calo, Eritrea, Senegal. Abbiamo detto che per le ragazze la prima nazionalità è l’Ucraina (1770) e poi alcune decine da paesi africani ( Costa d’Avorio, Guinea, Eritrea, Tunisia, Nigeria, Gambia), e dall’ Albania.
Il caso ucraino. In questi tre anni di guerra abbiamo visto l’arrivo di minori non accompagnati in Europa soprattutto dall’Ucraina: al 31 dicembre del 2024 sono 3503, di cui 1770 ragazze, quasi l’80% di tutte le ragazze minori non accompagnate.
Come sono arrivati. La principale modalità è con gli sbarchi sulle coste italiane, 8000, cioè circa la metà; quasi 7000 negli scali aereoportuali e marittimi e ai valichi di frontiera terrestri, quasi l’altra metà (47%).
Dove sono accolti. La regione che ne accoglie di più numericamente è la Sicilia (5.400), segue la Lombardia (2445), in calo del 13% Campania (1600), in leggero calo, Emilia Romagna (1440), in calo del 32% rispetto al 2023, Lazio (1100), in calo del 24%: queste 5 regioni accolgono il 65% di tutti i Minori stranieri non accompagnati.
Chi li Ospita. Il 20% le strutture di prima accoglienza che li ospitano sono centri governativi; oppure in CAS per minori, con una capacità di 50 posti, gestiti dalle prefetture in collaborazione con privati, enti, cooperative; o in mancanza di posta in zone delimitate di CAS per adulti; o anche hotel. L’86% delle prime accoglienze è in strutture emergenziali e temporanee!
Ospitali in seconda accoglienza sono il 58%: 6000 in 1800 Comuni, cioè meno di un Comune su quattro che ospitano Minori stranieri non accompagnati, metà dei quali nei grandi Comuni, oltre 50.000 abitanti, nel progetto SAI, FAMI, che comprende progetti regionali. 2000 accolto in strutture di accoglienza (comunità alloggio per lo più), il 20% presso famiglie. Ad esempio il 78% dei minori ucraini è accolto in famiglie e il 66% in famiglie ucraine (dalla nonna). Essendo meno della metà dei numeri dei minori non accompagnati i posti in seconda accoglienza (8.000) molti, almeno per diversi mesi rimangono in strutture temporanee ed emergenziali di prima accoglienza.
Chi li tutela. Il numero dei tutori volontari in Italia, introdotti dalla legge Zampa nel 2017 sono 3.783. Potrebbero essere in numero maggiore, se i Tribunali dei minori non tardassero a nominare chi si è preparato in questo ruolo.
A che titolo: permesso per minore età la maggior parte (16.500 circa) e protezione internazionale/asilo (oltre 2000).
Conclusione
Valgono anche per i minori stranieri non accompagnati i quattro verbi indicati da Papa Francesco: accogliere, non nella precarietà come avviene; tutelare (purtroppo solo 1 su 6 ha un tutore volontario), promuovere (pochi sono in famiglia), includere (il 35% se ne vanno nei primi giorni e altri al compimento del 18% anno di età). E si rinnova l’appello a rafforzare una tutela di tipo familiare, necessaria per il benessere, l’interesse superiore del minore, perché solo in questo contesto familiare si accoglie e si ascolta. E credo che possa essere – come intuito da don Oreste Benzi - uno spazio importante di impegno familiare, educativo e sociale anche per i fedeli e le nostre comunità cristiane, che promuove nuove politiche che tutelino da subito “I bambini venuti da lontano’, come titolava un bel progetto dell’area genitoriale del Comune di Ferrara nel 2015, ‘ I figli venuti dal mare’, come titola il libro prezioso del giornalista Luca Luccitelli, che richiama un invito del Magistero anche di Papa Francesco, a cui auguriamo una repentina guarigione: l’invito a sentirci ‘una sola famiglia umana’. Un impegno che, per giustizia, non si può rimandare, ma che diventa urgente per la nostra fede.
Ferrara 01/03/2025
Ferrara 01/03/2025
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