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Migranti: segno di vita per le nostre città che rischiano di morire

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“I migranti sono i lavoratori, le famiglie, gli studenti che hanno lasciato la loro terra per una vita migliore”. Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nella lettera pastorale “Segni dei tempi, segni di speranza” che sarà presentata in due incontri pubblici: il primo, il 24 ottobre alle 20.30 in Seminario a Ferrara; il secondo, la sera successiva, stessa ora, nell’Oratorio di Codigoro, come informa il settimanale diocesano La Voce . “Oggi – scrive il presule – sono 2 milioni e mezzo di lavoratori, quasi lo stesso numero di famiglie, un milione di studenti nelle scuole dell’obbligo e nelle Università. Molte sono donne e oltre un milione di loro curano le nostre donne. Li incontriamo in chiesa, in piazza, nei negozi, nei luoghi del tempo libero, sul lavoro, a scuola. Mezzo milione – aggiunge il presule – sono diventati imprenditori, artigiani. Molte nuove famiglie sono miste e molti bambini – ormai più del 25% – sono i nuovi nati da famiglie di immigrati o

Centri di trattenimento in Albania

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Il luogo scelto dall’Italia per «accogliere» i migranti rimanda «ai luoghi dove viene meno la tutela della dignità della persona. Noi sappiamo che sui Cpr ci sono già state condanne dal 2001». Questo il primo commento rilasciato a Famiglia Cristiana da monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, e Presidente Cemi e Fondazione Migrantes della CEI, che a proposito della notizia dei primi trasferimenti di richiedenti asilo nei centri allestiti a Schengim e Gjader ricorda la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue. «Sappiamo che in Italia si aspetta fino a due anni per veder esaminata la richiesta. Come potrà avvenire questo in Albania in 4 settimane?», si chiede mons. Perego. E sulla prigione annessa aggiunge: «il timore è che lì potrebbe andarci anche solo chi è autore di una semplice manifestazione non violenta». Tra i rischi anche quello di veder divisi i nuclei familiari: «Chi terrà conto della tutela al diritto di famiglia di queste persone, minori, donn

Beata Vergine Maria, Madre delle Grazie

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Una Madre che ci accompagna tutti e fino alla fine... Cari confratelli, cari fratelli e sorelle, celebriamo oggi la Madonna delle Grazie, patrona della nostra Arcidiocesi. Il nostro storico don Antonio Samaritani, nel suo importante profilo della spiritualità ferrarese, ricorda come una delle dimensioni fondamentali della spiritualità della nostra Chiesa è la devozione mariana, testimoniata da diversi santuari, da migliaia di edicole mariane diffuse nel territorio ferrarese – raccolte e studiate dal compianto don Francesco Forini nel volume ‘Effigi di fede nella Diocesi di Ferrara-Comacchio’– dalla maggior parte delle 170 chiese parrocchiali dedicate a un titolo mariano. La devozione a Maria attraversa la nostra terra, la storia e la vita della nostra Chiesa. E in questo giorno mariano, la nostra Chiesa accoglie Enrico e Giorgio, due uomini, sposati e padri di famiglia, che hanno scelto di servire la Chiesa nell’ Ordine del diaconato. Ci mettiamo in ascolto, come Maria, della parola di

San Donnino, il funzionario che ha dato la vita per il Vangelo

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S. Donnino è stato uno di questi testimoni e maestri, che da funzionario dello Stato non ha rinnegato la sua fede e per questo subì il martirio in questa città... Un deferente saluto alle onorevoli autorità presenti, un abbraccio fraterno al Confratello vescovo Ovidio, ai confratelli presbiteri e religiosi e a tutti voi fratelli e sorelle nella fede. La mia partecipazione alla celebrazione del patrono di questa Chiesa di Fidenza, S. Donnino, richiama anzitutto il legame della mia Chiesa d’origine, Cremona, e della Chiesa in cui sono Pastore, Ferrara-Comacchio, con questa Chiesa. Il legame più recente con la Chiesa di Cremona è dato dai Vescovi Paolo Rota e Maurizio Galli. Non ho conosciuto il Vescovo Paolo, Vescovo di Fidenza dal 1952 al 1960, ma ho potuto percepire dai suoi scritti quanto ha amato l’Azione Cattolica, dalla quale ha fatto nascere un Istituto secolare femminile, ma anche quanto ha amato con il Servo di Dio don Primo Mazzolari e il loro Vescovo Giovanni Cazzani la libert

Decreto flussi: «Non cambia nulla, se non che cresce l’insicurezza»

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«Il 2 ottobre scorso è stato approvato il nuovo decreto flussi, figlio del decreto triennale 2023-2025: prevede 165.000 lavoratori stagionali e a tempo indeterminato, con un aumento di 10.000 quote per le collaboratrici familiari. Si tratta numeri di lavoratori insufficienti a fronte delle richieste dei diversi mondi produttivi – industriale, agricolo, commerciale – che ne chiedevano tre volte il numero assegnato. Inoltre, senza incontro tra domanda e offerta di lavoro sul territorio – e senza la possibilità di convertire un permesso di protezione speciale o una richiesta d’asilo in un permesso per il lavoro, prevedendo anche quote adeguate – crescerà nuovamente, di conseguenza, il lavoro irregolare. Parliamo, almeno secondo le stime, di 500.000 lavoratori, per i quali però ci dovrebbe essere più possibilità – teoricamente – di avere un permesso di soggiorno, se denunceranno i caporali e gli imprenditori che li sfruttano. È dimostrato, infatti, come il mondo dei richiedenti asilo siano

Senza il ruolo della Chiesa, “lo Stato italiano sarebbe in gravissima difficoltà”

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Da: Credere 37/2024, di Paolo Pegoraro Nella catechesi di mercoledì 28 agosto, papa Francesco ha preso posizione contro chi militarizza le frontiere e pensa di risolvere la questione migranti solo con leggi restrittive e respingimenti. Perché rimandare indietro «sistematicamente e con ogni mezzo» profughi e rifugiati, se fatto «con coscienza e responsabilità», è un «peccato grave». Le sue parole nette e l’impegno sempre maggiore della Conferenza episcopale italiana in questo campo hanno causato attacchi scomposti da parte di esponenti politici della Lega. Quello del Papa è un pronunciamento inedito? «Altre volte papa Francesco aveva fatto riferimento alla necessità di soccorrere i migranti in mare e aveva definito il Mediterraneo “il più grande cimitero”. Mai, però, aveva dedicato una catechesi specifica a questo tema, soprattutto in coincidenza con una missione della nave Mare Ionio dell’Ong Mediterranea, affiancata da una barca della Fondazione Migrantes. Il discorso del Papa ha, poi

Troppa disinformazione caratterizza ancora l’azione delle Ong

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Dialogo con Mons. Gian Carlo Perego: «Per tre giorni la barca a vela Migrantes ha affiancato la nave “Mare Jonio” dell’associazione Mediterranea Saving Humans», dice il presidente di Fondazione Migrantes. «L’obiettivo di questo viaggio era conoscere e comprendere meglio ciò che avviene nel Mare Nostrum e come funzionano i soccorsi in mare. Troppa disinformazione caratterizza ancora l’azione dell’ong, che sono dei “samaritani in mare” come ha detto il Papa e non dei “criminali” come qualcuno afferma e scrive». di Anna Spena,  Vita