Madonna del Salice, Madonna della speranza



Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, celebriamo oggi la Madonna del salice, la Madonna che prende il nome dai salici che riempivano il terreno schiappivo o golenale del Po, la Madre che accompagna da mezzo millennio la vita di questa comunità attorno alla basilica di S. Giorgio. Un anno fa salutavamo la comunità Shalom che si insediava in questo luogo sacro: un dono dello Spirito di cui abbiamo già goduto dei frutti in questo primo anno. Quest’anno, la celebrazione mariana è accompagnata da un pensiero, una preghiera e un ringraziamento per il nostro diacono Emanuele, che compie dieci anni dalla sua Ordinazione diaconale. Sono stati anni di servizio liturgico a questa basilica e in Cattedrale, cerimoniere di diversi Arcivescovi, di apprezzato educatore e insegnante di religione in molte scuole della città e del territorio ferrarese, ma anche di appassionata cura di questo luogo, nata da una familiarità con i monaci olivetani, di cui è oblato, soprattutto in occasione della solennità di s. Giorgio, S. Maurelio e della Madonna del Salice. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. Il profeta Isaia ci invita a non essere ansiosi e a non scoraggiarci di fronte alle situazioni della vita, circondati come siamo da guerre, da cambiamenti climatici che hanno un grave impatto sulla nostra terra e sul nostro lavoro, da divisioni, da sofferenze e abbandoni, da sfiducia. Isaia invita alla speranza, perché il Signore è vicino al suo popolo, guarirà ciechi e sordi e rinnoverà la vita delle persone e della terra: parole confermate anche dal salmo 145 che abbiamo cantato, che annuncia un Regno di giustizia. La Madonna del salice in questa comunità e città è sempre stata dal 1502 ad oggi un segno di speranza, come dimostrano alcune immagini che la ritraggono mentre i nostri soldati nelle guerre si affidano a lei, come anche le nostre famiglie che hanno vissuto una tragedia o il nostro Po minacciava alluvioni. Maria è la donna e la madre della speranza, che consola e accompagna i suoi figli. Nella bolla di indizione del Giubileo del prossimo anno, Papa Francesco ricorda: “La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In Lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita. Come ogni mamma, tutte le volte che guardava al Figlio pensava al suo futuro... E ai piedi della croce, mentre vedeva Gesù innocente soffrire e morire, pur attraversata da un dolore straziante, ripeteva il suo “sì”, senza perdere la speranza e la fiducia nel Signore. In tal modo ella cooperava per noi al compimento di quanto suo Figlio aveva detto, annunciando che avrebbe dovuto «soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31), e nel travaglio di quel dolore offerto per amore diventava Madre nostra, Madre della speranza” (Spes non confundit, n.24). Anche i miracoli sono segno di speranza. I miracoli di Gesù, come quello ricordato dalla pagina evangelica di Marco. Gesù si reca nella Decapoli e in questo angolo estremo della Terra Santa – terra oggi segnata da guerra, sofferenza e morte -, realizza la profezia del profeta Isaia: “si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi”. Gesù al sordomuto non solo apre gli orecchi, ma gli apre il cuore. L’ Effata che Gesù ha pronunciato per il sordomuto il Signore attraverso il sacerdote o diacono celebrante l’ha ripetuto il giorno del nostro Battesimo. Il cristiano è un uomo aperto: aperto alla vita, aperto all’amore a Dio e al prossimo, aperto alla speranza. Anche i miracoli di Maria, che condivide la grazia del Figlio, sono sempre segni che invitano alla conversione e alla speranza, mentre si vivono alcune tragedie: pensiamo solo ai miracoli di Lourdes, con l’anticlericalismo e lo scientismo, offrendo la speranza ai semplici e ai malati; i miracoli di Fatima, che invitano alla speranza senza negare il dramma di una guerra in atto e di altre guerre e sofferenze della Chiesa. O i miracoli manifesti o nascosti che in questi 500 anni della sua presenza tra noi la Madonna del salice ha regalato ai fedeli che hanno avuto fiducia in Lei. La pagina di San Giacomo, uno degli apostoli di Gesù, è un invito ai cristiani a non fare favoritismi e discriminazioni, ad amare il prossimo qualunque sia la sua condizione, povero o ricco, sano o malato, della nostra città o di altre città del mondo. In, realtà, è facile anche oggi assistere nelle nostre città e paesi a forme di disprezzo dei più deboli, a scelte di discriminazione, fino ad arrivare a veri e propri atti di razzismo. La scelta preferenziale dei poveri, ricorda l’apostolo Giacomo, caratterizza l’azione di Dio che “Ha scelto i poveri agli occhi del mondo”, e caratterizza anche le scelte della Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha voluto reintrodurre il diaconato – che Emanuele ha scelto dieci anni fa - proprio come vocazione ordinata nella Chiesa per una prossimità ai più poveri, ai malati, alle famiglie in difficoltà, ai piccoli. Il diacono ricorda a tutti che non c’è posto nella Chiesa alle discriminazioni, alle differenze tra ricchi e poveri, ma siamo impegnati tutti a costruire gesti e opere di solidarietà, di carità, di giustizia, di condivisione. Lo ricordava anche San Giovanni Crisostomo: “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra, cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre il freddo e la nudità. … Il corpo di Cristo che sta sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura”. Cari fratelli e sorelle, la Madonna del salice che oggi celebriamo rafforzi la nostra fede, alimenti la nostra speranza, ci spinga a gesti di carità. Queste tre virtù che Maria ci insegna aprano i nostri occhi e il nostro cuore – come per il sordomuto – a una responsabilità nuova nella vita della Chiesa e a un’attenzione alle gioie e alle sofferenze, alle tristezze e alle angosce del mondo. Madonna del Salice prega per noi.

Ferrara 07/09/2024

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