Assunzione di Maria, donna e madre



Maria, icona del camminare

Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, celebriamo oggi la Solennità mariana dell’Assunta. Celebrare Maria Assunta in un Santuario, in questo Santuario dedicato a S. Maria dell’Aula Regia significa unire le nostre preghiere di oggi alle tante preghiere dei pellegrini e devoti a questo luogo che in Maria trovano consolazione e pace, ritrovano il perdono, ritornano alla fede. Oggi la nostra preghiera a Maria Assunta condivide con il Papa, con le chiese in Terra Santa il grido di pace, di fronte a distruzione, guerra e morte che continua. E per sostenere questo cammino di pace, di perdono e di fede assume una particolare importanza lo speciale vincolo spirituale che da oggi si è creato tra questo Santuario arcidiocesano e la Basilica papale di Santa Maria Maggiore in Roma, grazie al rescritto della Penitenzieria apostolica del 24 maggio scorso. Grazie al vincolo spirituale tra questo santuario e il primo Santuario mariano al mondo, nato dopo la proclamazione di Maria Madre di Dio al Concilio di Efeso nel 431, i devoti e i pellegrini potranno godere di particolari indulgenze in alcune feste mariane. L’indulgenza è un regalo della misericordia di Dio e prepara il nostro incontro con il Signore nella vita eterna, che la solennità di Maria Assunta ci ricorda. Ringraziamo il Signore e la Santa Sede per questo nuovo dono di una speciale indulgenza nelle feste mariane, perché fortifichi la nostra fede e guidi la nostra testimonianza cristiana quotidiana.
Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina dell’Apocalisse ci parla di Paradiso, “il tempio di Dio”, in cui ammiriamo “una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle”. Questa donna è una madre che sta partorendo un figlio, il Figlio di Dio. Nulla, neppure il drago, segno del male, impedisce alla donna di essere madre e di donare suo Figlio. E’ l’immagine di Maria Assunta e Immacolata, confermata anche da alcune apparizioni mariane, donna e madre. E’ l’immagine della Chiesa, che ha una dimensione mariana e petrina, che si fonda sulla grazia e sulla libertà, sul dono e sull’autorità magisteriale. Se una delle due dimensioni nella Chiesa si indebolisce nasce il disordine, la confusione, la divisione. La pagina dell’Apocalisse ci consegna l’immagine di una donna e di una Madre che ha sempre accompagnato il cammino della Chiesa, anche oggi. “Icona del camminare – ha scritto il Servo di Dio don Tonino Bello -, la troviamo seduta solo al banchetto del primo miracolo. Seduta, ma non ferma. Non sa rimanersene quieta. Non corre col corpo, ma precorre con l'anima. E se non va lei verso l'ora di Gesù, fa venire quell'ora verso di Lei, spostandone indietro le lancette, finché la gioia pasquale non irrompe sulla mensa degli uomini. Sempre in cammino”. E del cammino di Maria parla la pagina evangelica, che ci ha riproposto oggi il racconto della visita di Maria, donna e presto madre, alla cugina Elisabetta, un’altra donna e madre. Elisabetta sarà madre di Giovanni, l’ultimo dei profeti; Maria, sarà Madre di Gesù, Figlio di Dio. Due maternità che sono dono di Dio, sotto il segno dello Spirito Santo, Spirito d’amore. Due maternità che chiudono una pagina della storia della salvezza e ne aprono un’altra, in continuità, perché Dio non smentisce nulla di ciò che ha fatto nella storia per l’uomo e il suo popolo. Il canto di Maria ci ricorda lo stile di Dio nella storia: guarda all’umiltà e al servizio, sempre pronto a gesti di misericordia, disperde i superbi e innalza i semplici, è attento ai piccoli e ai poveri più che ai ricchi, sempre. Papa Francesco ha detto che il Magnificat ci ricorda come “Dio è sempre dalla parte degli ultimi e il suo progetto è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare i superbi, i potenti e i ricchi”. La preghiera di Maria diventa un modello per la nostra preghiera. La carità di Maria diventa il nostro stile di vita, soprattutto a favore della vita: nel grembo materno, che soffre, che rischia di morire in mezzo al Mediterraneo. Sempre. “Maria – ha detto Papa Francesco - è stata la prima a credere nel Figlio di Dio, ed è la prima ad essere assunta in cielo in anima e corpo. Per prima ha accolto e preso in braccio Gesù quando era ancora bambino, ed è la prima ad essere accolta dalle sue braccia per essere introdotta nel Regno eterno del Padre. Maria, umile e semplice ragazza di un villaggio sperduto nella periferia dell’Impero romano, proprio perché ha accolto e vissuto il Vangelo, è ammessa da Dio a stare per l’eternità accanto al trono del Figlio”. Se Gesù è il nuovo Adamo, Redentore dell’uomo, – come ci ha ricordato la pagina di San Paolo ai Corinzi - Maria è la nuova Eva, che accompagna e gode per prima della salvezza del Figlio di Dio. E Gesù, l’unico Redentore – continua l’apostolo Paolo -, è il Signore della storia, il Dio della vita. Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, guardiamo oggi a Maria, Assunta in cielo, come alla Madre di Dio e alla Madre della Chiesa. Chiediamo a Lei nella preghiera di visitare la nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio, ogni comunità e famiglia, in questo tempo non facile, e con Lei sulla porta delle nostre case, continuare ad ascoltare il cantico del Magnificat che, “sgorgato dal profondo della fede di Maria nella Visitazione, - come scrisse S. Giovanni Paolo II - e che non cessa nei secoli di vibrare nel cuore della Chiesa” (Redemptoris Mater, 35). Santa Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, Assunta in cielo: Prega per noi.

Commenti

Post popolari in questo blog

La solitudine del malato non aiuta la cura

Cooperare è contribuire a costruire un mondo fraterno

S. Michele e l’impegno per la giustizia e la pace