Riapriamo la chiesa, ma anche i nostri cuori alla fede


Da chiesa privata della famiglia Canonici di Bondeno nel XIV secolo, all’inizio del ‘500 questa chiesa divenne parrocchia


Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, è una gioia celebrare insieme l’ Eucaristia della riapertura di questa chiesa, una delle oltre 100 chiese che hanno subito i danni del terremoto del 2012. Orfani per dodici anni della chiesa parrocchiale, centro di unità della fede della comunità di Santa Bianca ringraziamo oggi il Signore e tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito alla sua riapertura di questa. Da chiesa privata della famiglia Canonici di Bondeno nel XIV secolo, all’inizio del ‘500 questa chiesa divenne parrocchia e fu affidata prima ai cistercensi, legati all’abbazia di Nonantola, e poi ai Serviti della chiesa della Consolazione di Ferrara- chiesa anch’essa da poco riaperta dopo i lavori del post-terremoto. Distrutta dalle inondazioni del 1544 la chiesa fu ricostruita tra la fine del ‘500 e i primi del ‘600 dal Vescovo Giovanni Fontana, già vicario generale di San Carlo Borromeo, con il contributo anche della famiglia Canonici – uno dei quali, il marchese Alessandro Canonici è sepolto in chiesa - , affidata al clero secolare e dedicata a S. Pietro in Nemore, S. Pietro nel bosco. Una lunga storia di fede e di vita cristiana, con protagonisti religiosi, presbiteri e laici, accompagna questo tempio d’architettura rinascimentale, ricco di opere d’arti, oggi riconsegnato alla comunità di Santa Bianca, in questa terra un tempo boschiva e poi bonificata. Una comunità che conserva nel nome il titolo di una chiesa andata poi distrutta, dedicata a S. Bianca di Castiglia, madre di S. Luigi IX, e in questa chiesa il titolo di S. Pietro, il pescatore di Galilea diventato discepolo e il primo degli apostoli, i cui successori, oggi Papa Francesco, hanno il primato della carità nella Chiesa. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina del libro della Sapienza ci ricorda che Dio ha creato ogni cosa per il bene e la salvezza dell’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, incorruttibile. Il peccato dell’uomo, che ha ceduto al male, ha fatto entrare nel mondo la morte. Gesù Cristo, Figlio di Dio – ci ha ricordato la pagina di San Paolo ai Corinzi – “da ricco che era si è fatto povero, ha scelto di vestire la nostra umanità, per vincere il male e il peccato e rinnovare la nostra vita. La ricchezza della nostra vita deriva dalla fede nel Signore, che ci rende capaci di annunciare la parola di Dio, di conoscere il Signore, di amare i fratelli, condividendo ogni cosa per superare le disuguaglianze tra le persone. La chiesa , questa chiesa, ogni chiesa, è il luogo in cui ascoltiamo la parola e la annunciamo, lo spazio in cui condividere il pane eucaristico, pane di vita, ma anche crescere nella giustizia e nella condivisione fraterna, imparando anche il valore del perdono. Per questo, cari fratelli e sorelle, abitiamo la nostra chiesa, rendendola il luogo della crescita della nostra fede. La Domenica sia il tempo in cui la comunità di Santa Bianca si raduni per celebrare l’Eucaristia e vivere la festa per sentirsi una comunità viva, dove ognuno è chiamato a partecipare. La chiesa non è un museo, ma anche se pregevole opera d’arte, deve vivere per l’incontro, la preghiera, la carità di tutti i fedeli: è il centro della comunità cristiana. L’unità pastorale, di cui anche Santa Bianca fa parte è un nuovo strumento per aiutarsi e collaborare tra parrocchie a fare in modo che la Liturgia, la catechesi e la carità non venga mai meno, anche se diminuiscono gli abitanti, i bambini sono sempre meno, mancano altri servizi. Tutto questo chiede da parte di tutti i fedeli, partecipazione, interesse, coinvolgimento. Insieme alla chiesa dobbiamo riaprire i nostri cuori. Ogni cristiano, infatti, è chiamato ad essere un testimone della Parola: una Parola che forma, trasforma, informa la nostra vita. Una Parola che accompagna ogni giorno, nella Liturgia, i nostri passi. Una Parola che accompagna la preghiera e il lavoro. la Parola è protagonista nei tre ambiti della nuova evangelizzazione ricordati da Papa Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium: la Parola nutre e “incendia i cuori” anzitutto di coloro che credono e frequentano regolarmente e ordinariamente la vita della Chiesa; testimoniata dai credenti converte e rinnova il desiderio di testimonianza nei battezzati che non frequentano la vita ordinaria della Chiesa e “non sperimentano più la consolazione della fede” (E.G. 14); proclamata dai credenti illumina la mente e il cuore di coloro che sono lontani, perché “restituisca la gioia della fede” (E.G.14). Ce lo ricorda anche la pagina evangelica di Marco di oggi. Gesù sta predicando e passa da una riva all’altra del lago di Tiberiade. Sulla spiaggia gli viene incontro Giairo, che prega Gesù di guarire sua figlia che, nel frattempo gli dicono sia già morta. Gesù cosa chiede a Giairo? Chiede la fede. E la fede fa rialzare la bambina di dodici anni. E la stessa fede guarisce la donna malata che cerca in tutti i modi di toccare il mantello di Gesù. La chiesa è il luogo dove s’impara, cresce e viene testimoniata la nostra fede. Insieme. Una fede che guarisce le nostre ferite, educa, salva. “La fede – ci ha ricordato Papa Francesco nell’enciclica Lumen fidei - ha una forma necessariamente ecclesiale, si confessa dall’interno del corpo di Cristo, come comunione concreta dei credenti. È da questo luogo ecclesiale che essa apre il singolo cristiano verso tutti gli uomini. La parola di Cristo, una volta ascoltata e per il suo stesso dinamismo, si trasforma nel cristiano in risposta, e diventa essa stessa parola pronunciata, confessione di fede. San Paolo afferma: « Con il cuore infatti si crede […], e con la bocca si fa la professione di fede… » (Rm 10,10). La fede non è un fatto privato, una concezione individualistica, un’opinione soggettiva, ma nasce da un ascolto ed è destinata a pronunciarsi e a diventare annuncio” (L.F. 22). La fede si respira insieme, solo insieme. La chiesa è il luogo del ‘noi’ che vince l’ ‘io’ e lo apre all’incontro con Dio e i fratelli e all’amore a Dio e ai fratelli. “Risulta chiaro – scrive ancora Papa Francesco nell’enciclica Lumen fidei - che la fede non è intransigente, ma cresce nella convivenza che rispetta l’altro. Il credente non è arrogante; al contrario, la verità lo fa umile, sapendo che, più che possederla noi, è essa che ci abbraccia e ci possiede. Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede ci mette in cammino, e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti” (L.F.34). Cari fratelli e sorelle, mentre ringraziamo il Signore per il dono della riapertura della nostra chiesa, preghiamo il Signore, per intercessione del vostro patrono S. Pietro – uno dei testimoni della rinascita della bambina dodicenne nel Vangelo di oggi – perché attorno, dentro la chiesa rinascano la fede, la speranza e la carità, le virtù che costituiscono l’abito cristiano di ogni fedele in cammino verso il Paradiso, di cui ogni chiesa, nella sua bellezza, è segno. Così sia.

Santa Bianca - Fe 29/06/2024

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