Espulsione dai CAS di migliaia di richiedenti asilo




Roma, 21 giu. - (Adnkronos) - "Nella calura estiva, ma anche all'inizio della stagione turistica e in piena attività agricola arriva la decisione incomprensibile e assurda da parte del Ministero dell'Interno, comunicata ai Prefetti, di far uscire dai CAS i richiedenti asilo lavoratori che hanno un reddito superiore ai 6.000 euro". Lo denuncia mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa dei migranti nonché presidente della Fondazione Migrantes.
"Alcune Prefetture - spiega - stanno iniziando a far allontanare i richiedenti asilo lavoratori che hanno un reddito di 10.000 euro. Con 6.000 o 10.000 euro comunque sarà difficile per questi lavoratori migranti trovare un alloggio o una casa e poter vivere, con il rischio anche di trovarsi vittime di ricatti. La motivazione dell'espulsione dai CAS dei richiedenti asilo è per preparare posti per i migranti che arriveranno sulle nostre coste nei mesi estivi e faranno domanda d'asilo. Anziché aumentare i posti in accoglienza - e sarebbe stato possibile per 30.000 posti all'anno per tre anni se si fosse destinata all'accoglienza la risorsa di quasi un miliardo spesa per l'esternalizzazione dell'accoglienza in Albania - si preferisce lasciare sulla strada o sotto i ponti o nei giardini pubblici e pinete o nei casolari abbandonati migliaia di richiedenti asilo lavoratori, con la conseguenza che molti rischieranno di perdere casa e lavoro".
"Una decisione assurda - osserva Perego - anche perché non si è valutata una modifica nelle norme in tema migratorio, considerando la possibilità di una conversione del permesso per protezione internazionale in permesso per lavoro, oltre che non concordare con le organizzazioni delle imprese agricole e turistiche la ricerca di un alloggio. Ancora una volta i diritti sono negati da scelte irrazionali".

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