Raccontaci Maria, che hai visto sulla via?



Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo

“Raccontaci Maria, che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto”. Le parole della sequenza pasquale in questa nostra Cattedrale riaperta raccolgono la nostra domanda a Maria di Magdala, testimone della risurrezione. E’ la domanda che ha accompagnato la fede dei cristiani in quasi nove secoli, celebrando ogni anno in questa Cattedrale la Pasqua, guidati dal Vescovo e dal Capitolo della Cattedrale, strettamente legato alla vita della Cattedrale e formato, da oltre mille anni, dai canonici, consiglieri del Vescovo. Oggi il Capitolo ha perso il suo ruolo di consiglio del Vescovo per accentuare il ruolo della preghiera, della Liturgia, in particolare della Liturgia delle ore nella nostra Cattedrale – di cui sono una stupenda testimonianza storica i corali miniati del ‘400 e del ‘500 che si possono ammirare nel Museo della Cattedrale -, ma anche della memoria della nostra storia ecclesiale, che trova nella Cattedrale la Chiesa madre. Per questo, con la Cattedrale riaperta, abbiamo desiderato rinnovare il Capitolo con la presenza di tre nuovi giovani presbiteri e parroci in città: Don Stefano, don Roberto e don Francesco. La loro intelligenza, competenza nelle diverse discipline, insieme alla loro vita di fede saranno una ricchezza per il Capitolo e per la vita e l’animazione liturgica della Cattedrale, luogo tanto caro ai ferraresi. Attorno a loro, oltre ad alcuni canonici del Capitolo della Cattedrale partecipano a questa celebrazione pasquale i canonici della Concattedrale di Comacchio e della Collegiata di Massa Fiscaglia: un segno della storia ecclesiale che accomuna le diverse comunità e di comunione oggi nell’unica nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio. Nella Pasqua, cari fratelli e sorelle, cari presbiteri, celebriamo la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù. Ma in ogni Pasqua celebriamo anche la nostra sofferenza, la nostra morte e la nostra risurrezione in Cristo. La Pasqua non ci collega solo al passato, ai giorni santi in cui Gesù ha terminato la sua vita tra noi, ma anche al presente e al futuro. Per questo la Pasqua è animata dalla carità – virtù del presente – e dalla speranza, che rinnovano la nostra vita e la vita delle nostre città, in cui i cristiani sono chiamati a vivere da risorti, rinati. Come cristiani – ci ha ricordato Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium - “abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze. La presenza di Dio accompagna la ricerca sincera che persone e gruppi compiono per trovare appoggio e senso alla loro vita. Egli vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia. Questa presenza non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata. Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero, sebbene lo facciano a tentoni, in modo impreciso e diffuso” (E.G.71). La parola di Dio ci aiuta a vivere il mistero pasquale. Le tre letture che abbiamo ascoltato sono tutte tratte dal Nuovo Testamento. La pagina degli Atti degli Apostoli raccoglie la testimonianza dell’apostolo Pietro sulla passione, morte e risurrezione di Gesù e di come chi crede in Gesù risorto “riceve il perdono dei peccati”. La pagina della lettera ai Colossesi raccoglie invece la testimonianza di Paolo sulla risurrezione di Gesù, con l’invito a guardare in alto più che in basso, ad essere uomini e donne spirituali più che materiali, perché ritrovano il senso della propria vita in Cristo. La pagina evangelica di Luca è il racconto dei discepoli di Emmaus, icona del cammino sinodale che stiamo celebrando in questo anno. Tutto il racconto è giocato sul cammino da Gerusalemme a Emmaus, dalla città alla campagna, su domanda e risposta, sulla sorpresa, quasi una catechesi che si conclude a cena, dove Gesù si fa riconoscere nello spezzare il Pane, nell’Eucaristia. Dalla cena il cammino dei discepoli riprende più spedito per tornare a Gerusalemme. Nella lettera pastorale di quest’anno ho riletto questo racconto sottolineando che è un racconto pasquale, ma soprattutto è un racconto che ci aiuta a capire come l’incontro con il Risorto, di domenica, trasforma la vita dei discepoli di Emmaus come la nostra vita. I discepoli camminano lentamente e dopo l’incontro, la discussione e la cena con il Risorto camminano spediti. I discepoli sono tristi e dopo l’incontro con il Risorto hanno la gioia nel cuore. I discepoli aprono i loro occhi e il loro cuore grazie alle due mense: quella della Parola e quella dell’Eucaristia. Gesù risorto, cari fratelli e sorelle, si accosta in questo giorno di Pasqua a ciascuno di noi perché camminiamo spediti nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo, che “in ogni età della vita va riscoperto, ridetto, risvegliato” (G.Perego, Insieme sulla strada di Emmaus, Ferrara, 2024, p. 17). Gesù risorto rimane con noi nella Parola e nell’Eucaristia, la domenica, la Pasqua settimanale, che alimenta la nostra fede e testimonia la nostra comunione. “L’Eucaristia aiuta a riprendere il cammino, con più decisione, in comunione con tutta la Chiesa. La missione non è un atto isolato, ma uniti alla Chiesa e ai suoi Pastori. “Dobbiamo avere il coraggio di annunciare il Vangelo, anche con parole nuove, un nuovo linguaggio, perché sia compreso da tutti” (G.Perego, Insieme sulla strada di Emmaus, cit., pp. 18-19). Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, Buona Pasqua. Auguri. Il Cristo risorto illumini le vostre giornate come la luce del cero pasquale illumina questa nostra Liturgia di lode. Buona Pasqua a tutti. Ancora Auguri.

Ferrara 31/03/2024

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