Il carcere luogo di fede


 
Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero...

“Ho tanto desiderato mangiare la Pasqua con voi” (Lc 22,15). Queste parole che riascolteremo il Giovedì Santo, cari fratelli e amici detenuti, cari agenti e volontari, sono l’invito di Gesù a ritrovarci e a vivere insieme la preparazione alla Pasqua con questa celebrazione eucaristica, segno di unità e vincolo di carità. Non è un segno banale quello che ci regala l’Eucaristia, Pasqua di ogni Domenica, ma un segno e un vincolo– quello dell’unità e della carità – che ci fa sentire famiglia, anche lontano da casa, ci rende capaci di solidarietà anche se viviamo in una cella da soli. Ci lasciamo illuminare dalla parola di Dio in questo giorno santo. La pagina del profeta Isaia ricorda che il Signore dà ai suoi servi, ai suoi discepoli, a chi si affida a lui la capacità di parlare allo sfiduciato, di non tirarsi indietro, anche di soffrire. Fidandoci di lui noi possiamo sentirci sicuri e affrontare ogni situazione. Sono parole che danno sicurezza a ciascuno di noi, soprattutto in questo tempo che ci avvicina alla Pasqua, perché ci assicurano che il Signore è sempre vicino. La pagina evangelica di Matteo racconta l’episodio del tradimento di Giuda. Al centro c’è il denaro, guadagnare sulla vita degli altri. La vita di Gesù diventa oggetto di mercato, di trattazione economica. Purtroppo, anche oggi talvolta la vita delle persone dipende dal Mercato: le cure dipendono dal mercato, il lavoro dipende dal mercato, la casa dipende dal mercato. La vita e la morte dipendono dal mercato oggi come ieri. E questo mercato attorno alla vita di una persona, di Gesù, avviene mentre si sta per celebrare la Pasqua. Anche Gesù con i suoi discepoli decide di celebrarla e manda i suoi discepoli in città per preparare un luogo per celebrare la Pasqua. La sera Gesù è a cena con i discepoli e parla di un discepolo traditore, il cui nome Gesù non rivela se non a Giuda stesso. Tutti si domandano chi sia il traditore, non accorgendosi che tutti, tranne Giovanni, se ne andranno e lasceranno solo Gesù in Croce. Tradire Gesù non è solo di Giuda, ma anche di tutti noi. Lo tradiamo ogni volta che alle sue parole preferiamo le parole di altri; lo tradiamo quando ai gesti di Gesù, gesti di amore e di perdono, preferiamo i gesti dell’odio e della violenza; lo tradiamo quando alla sua casa, la Chiesa, preferiamo altri luoghi; lo tradiamo quando il denaro ha più valore delle persone. La Pasqua ormai vicina ci ricorda non solo una Liturgia, ma una vita diversa che deve intrecciare le nostre giornate, il nostro lavoro quotidiano, la vita quotidiana, il tempo libero per costruire una città e una società diverse, libere, aperte, solidali, capaci di costruire solidarietà, anche da questo luogo di reclusione. Non sentitevi fuori dalla città, ma dentro la città. “Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze – scrive Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. La presenza di Dio accompagna la ricerca sincera che persone e gruppi compiono per trovare appoggio e senso alla loro vita. Egli vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia. Questa presenza non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata. Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero, sebbene lo facciano a tentoni, in modo impreciso e diffuso” (E.G.71). Cari fratelli detenuti, cari agenti e volontari, la Pasqua ormai vicina ci porti a scoprire anche nel carcere un luogo di fede in cui contemplare da figli la presenza di Dio e costruire fraternità. Auguri. Buona Pasqua. Buona Pasqua di pace e di solidarietà a tutti voi e ai vostri cari.

Casa Circondariale - Ferrara 27/03/2024

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Beato Bonfadini: angelo della fede e della carità

Sono fondamentali i permessi di protezione umanitaria

3 ottobre 2013 - 3 ottobre 2023: la tragedia continua