La trasfigurazione di S. Caterina Vegri e la nostra trasfigurazione



Caterina Vegri, giovane promettente alla corte degli Estensi, amante della musica, della pittura e della poesia, sceglie di abbandonare una vita comoda e di successo per seguire con alcuni giovani la regola agostiniana prima e poi la regola francescana

Care sorelle e cari fratelli, il tempo di Quaresima è tempo di cammino di conversione, di santità. “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, - ha scritto papa Francesco nel messaggio Quaresimale di quest’anno - per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione”. Pertanto, l’incontro e il ricordo di Santi, come S. Caterina Vegri, unitamente all’ascolto e la testimonianza della parola di Dio, che per S. Caterina è la settima “arma” spirituale, "fidelissima madre", da cui "prendere consiglio in tutte le cose nui abbiamo a fare", diventano motivo per camminare nella santità. La pagina del libro della Genesi ci ripropone l’invito del Signore ad Abramo di partire, lasciare la propria casa e la propria terra verso una nuova terra, con la promessa che in Lui “saranno benedette tutte le famiglie della terra”. E Abramo partì. E’ una pagina fondamentale nella storia della salvezza. L’obbedienza di Abramo, la rinuncia, il sacrificio di Abramo diventano segno di benedizione non solo per lui e la sua famiglia, ma per “tutte le famiglie della terra”. Ogni vocazione, ogni scelta di seguire il Signore, diventa un dono per tutti, in forza della comunione. Anche Caterina Vegri, giovane promettente alla corte degli Estensi, amante della musica, della pittura e della poesia, sceglie di abbandonare una vita comoda e di successo per seguire con alcuni giovani la regola agostiniana prima e poi la regola francescana fondando questo monastero del Corpus Domini. La parola di Dio è più forte delle parole degli uomini; le opere di Dio più appassionanti delle opere degli uomini; la vita terrena di Gesù la guida per la vita terrena di S. Caterina. E la sua vita diventerà una risposta originale alla chiamata del Signore, “una vocazione santa” – per usare le parole di Paolo all’amico Timoteo - un cammino di santità, “secondo il progetto del Signore e la sua grazia”, coniugando fede e cultura, non senza sofferenza per il Vangelo. E la vita di S. Caterina è stata così trasfigurata, come quella “del Salvatore nostro Gesù Cristo – per usare ancora le parole di Paolo – che “ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo”. E l’esperienza della Trasfigurazione di Gesù, della sua manifestazione come Figlio di Dio, riconosciuto dal Padre come ‘l’amato’, è stata vissuta da Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor. Un’esperienza di incontro con Gesù e le figure fondamentale nella storia della salvezza - Mosè ed Elia, due figure che hanno incontrato il Signore sul monte – che spinge i discepoli a voler continuare a vivere sul monte, lontano dalla vita quotidiana. Un’esperienza in cui raccogliere l’invito del Padre all’ascolto delle parole del Figlio. E’ l’invito che il Signore ha fatto a S. Caterina e che fa a noi in questo tempo di Quaresima. Ascoltare il Signore, meditare la sua Parola, seguire i suoi insegnamenti. La visione del Tabor, come ogni visione nella vita dei Santi, rafforza la preghiera, la relazione con Dio e impegna ancora di più a vivere la quotidianità, le relazioni, illuminati dall’ascolto della parola del Signore. Il Tabor indica il cammino di trasfigurazione, che è cammino di libertà, di liberazione dal male, di amore a Dio come Padre e al prossimo come fratelli e sorelle, non di disprezzo del corpo né di rifiuto dei beni terreni, a cui ogni cristiano è chiamato e che la Quaresima ci richiama ogni anno. Un cammino che talora non è facile a noi comprendere come non è stato facile per i discepoli. Un cammino che anche la testimonianza di vita cristiana di S. Caterina c’invita a fare: cammino di trasfigurazione che Lei, per prima, ha realizzato passando dalla “via alla patria”, dalla strada della storia alla casa del Padre. Care sorelle e cari fratelli, il cammino quaresimale, il cammino verso il Tabor e il cammino sinodale che stiamo vivendo, ci raccomandano - come ci ricorda papa Francesco nel messaggio quaresimale e c’insegna S. Caterina Vegri - di “non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo “Lui solo”. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione”. E così sia.

Monastero del Corpus Domini - Ferrara 05/03/2023

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