Costruire la pace nella quotidianità
L’anno che inizia con Maria inizia anche con un grido di pace...
Cari fratelli e sorelle, iniziamo il nuovo Anno con alcune preoccupazioni, ma – ci ricorda papa Francesco nel Messaggio della pace in questo giorno – “fiduciosi in Dio che si fa presente, ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto orienta il nostro cammino”. Il Covid – scrive ancora Papa Francesco – ha destabilizzato “la nostra vita ordinaria, mettendo a soqquadro i nostri piani e le nostre abitudini…ha provocato un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati da lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà”. “Dopo tre anni – continua papa Francesco – è ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità”. Iniziamo l’anno con il dono di sentire vicina Maria, la Madre di Dio. “Gioisci, agnella che hai partorito per i fedeli l’agnello senza macchia; gioisci agnella che hai generato l’agnello che porta le colpe di tutto il mondo;… Gioisci o più alta dei cieli, tu che hai portato senza fatica nel tuo grembo il fondamento della terra” Queste parole dell’inno Akathistos alla Santissima Madre di Dio, oggi, mentre contempliamo ancora il Bambino che è nato, il Figlio di Dio, ci aiutano a venerare sua Madre Maria, come la Madre di Dio, la donna che nella libertà è stata riempita dalla grazia di Dio e con il suo sì ci ha donato il Salvatore. Da Lei impariamo uno stile di vita cristiano fatto di umiltà, silenzio, preghiera, carità, lavoro, vita familiare e comunitaria: uno stile di fraternità. Apriamo questo anno in ascolto della Parola di Dio. La pagina dei Numeri ci fa iniziare questo anno con la benedizione del Signore su Israele, per mezzo di Aronne. Israele sta camminando nel deserto e la benedizione di Dio lo accompagna, perché trovi fiducia e pace. Anche noi stiamo camminando insieme, in questo cammino sinodale, e chiediamo al Signore la sua benedizione, perché non si spenga la fiducia nel rinnovamento e ci apriamo a un’esperienza di Chiesa capace di un nuovo annuncio del Vangelo. In questo anno si allargherà il nostro ascolto anche ai più lontani e approfondiremo soprattutto quale volto deve avere la nostra Chiesa, con quali ministeri e strutture: una tappa di riflessione importante nel nostro cammino insieme. La pagina di Paolo ai Galati e la pagina evangelica sono ancora natalizie. Paolo parla della nascita del Figlio di Dio che ci ha resi figli, capaci di chiamare Dio con il nome di Padre, grazie al dono dello Spirito. E’ una pagina trinitaria, dove comprendiamo l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nella storia umana e il volto del Dio cristiano, un Dio in relazione, in cammino con gli uomini. La pagina evangelica di Luca ci parla del cammino dei pastori verso la grotta dove trovano la Sacra Famiglia, il bambino Gesù, con Maria e Giuseppe e del loro cammino di ritorno, dove diventano i primi annunciatori del Natale, dell’Incarnazione. E Luca ha un inciso: “Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Mentre i pastori annunciano il Natale, Maria lo medita nel suo cuore. E’ un tratto della maternità di Maria molto bello quello di custodire e meditare, di approfondire il mistero della nascita in Lei del Figlio di Dio: un tratto della sua maternità divina. Custodire il Natale è un atto di umiltà di Maria, che ha bisogno ancora di comprendere, prima di dare il nome a suo figlio di Gesù, “come era stato chiamato dall’angelo”. L’atteggiamento di Maria ci fa capire che il Natale non va consumato, sprecato in un giorno, ma va meditato, approfondito in un tempo di preghiera e di ascolto, il tempo del Natale. L’anno che inizia con Maria inizia anche con un grido di pace, di cui si fa interprete papa Francesco, che nel messaggio per la Giornata della pace di quest’anno, ci ricorda che dopo la pandemia una nuova “sciagura”, un nuovo “flagello” si è abbattuto sull’umanità: la guerra in Ucraina, che “miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo indiscriminato e diffuso per tutti”. Una guerra che è “una nuova sconfitta per l’umanità”. Da qui l’invito del Papa a lasciarci trasformare il cuore, non pensando solo a noi stessi, ma aprendoci a un senso comunitario, “creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune”. Cari fratelli e sorelle, il Natale riporta al centro l’impegno di costruire la pace, dentro di noi e fuori, camminando insieme, ricercando insieme il bene di tutti, promuovendo azioni di pace, combattendo le disuguaglianze, curando la casa comune del creato, sviluppando politiche di accoglienza e integrazione. La pace non si costruisce solo a parole, ma nei gesti quotidiani illuminati dalle Beatitudini evangeliche, sull’esempio di Maria, che oggi invochiamo e celebriamo come la Madre di Dio. Buon Anno nella pace. Così sia.
Ferrara 01/01/23
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