San Giovanni Battista Scalabrini: il fuoco della carità


Come San Giovanni Battista Scalabrini, sappiamo alzare gli occhi, aprire le porte del cuore e riconoscere i volti e le storie di chi cammina con noi, arriva da noi, proviene da mondi diversi, ma che porta la salvezza, ci aiuta a costruire il futuro...

Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, nel nostro cammino d’Avvento, in preparazione al Natale, questa tappa a Piacenza, la Diocesi di San Giovanni Battista Scalabrini, assume un significato particolare per vivere il mistero del Natale. Il nostro sguardo al Presepe non si ferma a Betlemme, ma contempla anche l’arrivo dei Magi, che ci ricorda l’universalità della salvezza, e anche la successiva fuga in Egitto della famiglia di Gesù, che ci pone di fronte all’incomprensione, alla chiusura, alla violenza nei confronti di uomini in fuga che segnano anche il Natale, di ieri come di oggi. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, parola di vita. La pagina del Siracide ricorda il profeta Elia e lega a lui l’immagine del fuoco, quasi a dire che il profeta brucia tutto ciò che allontana da Dio, ma anche come la sua predicazione era piena del fuoco dello Spirito “per ricondurre il cuore del padre verso il figlio”, un fuoco che poi lo accompagnerà in cielo. Il profeta Elia e Giovanni Battista, ricordato da Gesù nella pagina evangelica, richiamano la necessità della conversione per vivere il Natale. Al tempo stesso, il Natale ha al centro il cuore di Dio Padre che manda il suo Figlio per essere vicino agli altri figli prodighi. Anche la vita pastorale di San Giovanni Scalabrini è stata caratterizzata da un cuore di padre, di pastore, che lo hanno reso attento non solo ai figli vicini, ma anche a quelli lontani, emigranti. Il fuoco dello Spirito animava anche la sua azione pastorale, la cui ricchezza, da sacerdote e da Vescovo, può essere sintetizzata attorno alla virtù della carità, coniugata in diversi modi, come inciso sul suo pastorale: Charitatis potestas. Anzitutto la carità pastorale. E’ la carità che caratterizza gli anni presbiterali nella parrocchia di san Bartolomeo a Como, dove l’attenzione ai piccoli, la visita alle famiglie creano le prime relazioni pastorali, arricchite dagli incontri con i seminaristi come insegnante e rettore. E’ la carità del giovane Vescovo di Piacenza, che in quasi trent’anni di episcopato visita cinque volte le parrocchie della Diocesi, e scrive sessanta lettere pastorali, favorendo la formazione e la cura del clero e dei laici, anche alla luce del Concilio Vaticano I, il cui cammino presenterà in alcune catechesi in Cattedrale e poi in un testo, cercando di aiutare a comprendere il dogma dell’infallibilità pontificia, ma soprattutto la necessità di una lettura spirituale e pastorale non politica e temporalista della figura del Papa. Accanto alla carità pastorale emerge la carità intellettuale che vede al centro l’impegno di Scalabrini per la catechesi e il catechismo, rivisto guardando alla Scrittura e alla Tradizione, e per la formazione dei catechisti da parroco e da vescovo. Il ‘Piccolo catechismo per gli asili d’infanzia’ dato alle stampe l’anno 1875 si diffonderà presto in Italia e, accanto alla rivista ‘Il Catechista cattolico’ da lui fondata nel 1876 e al ‘Catechismo cattolico del 1877 lo renderanno noto in Italia come un protagonista del rinnovamento catechistico, in opposizione al radicalismo e anticlericalismo politico ma anche a un certo intransigentismo ecclesiale, unitamente all’amico Vescovo di Cremona Bonomelli e a San Giovanni Bosco. Frutto maturo dell’impegno catechistico del vescovo Scalabrini sarà la convocazione a Piacenza del primo Congresso catechistico italiano nel 1889. Gli interventi al Congresso sono di grande interesse perché delineano una catechesi attenta alle diverse età – bambini, ragazzi, giovani e adulti, agricoltori, operai – e ai diversi luoghi – la città, le campagne -, prefigurando così un percorso di catechesi permanente da una parte e dall’altra un’attenzione al linguaggio catechistico. Infine la carità sociale. Scalabrini nasce e cresce in un contesto familiare di paese, a Fino Mornasco, dove incontra la povertà e la fatica degli agricoltori, la mancanza di cure e di tutele. Da qui l’impegno come sacerdote e parroco per le categorie più disagiate, come le mondine, e per i loro figli, che lo porteranno a fondare un asilo: un impegno che coniuga carità e giustizia, assistenza e tutela dei diritti. L’impegno sociale si unirà all’impegno per la cura dei malati, in particolare i sordomuti. Da Vescovo a Piacenza durante la prima visita pastorale nel 1876-77 entra in contatto profondamente con la realtà dell’emigrazione, che nasce dalla povertà e dallo sfruttamento. Da allora, l’impegno per i migranti – nel continuo confronto con il vescovo Bonomelli, Vescovo della vicina Cremona, come testimonia il ricco epistolario – diventerà prioritario sul piano sociale e pastorale. Un impegno che lo porterà a preparare alcuni sacerdoti per la cura dei migranti, fino a fondare una Congregazione religiosa maschile – I Missionari di San Carlo Borromeo – nel 1887, un’Associazione laicale -S. Raffaele – nel 1889 – e una Congregazione di suore – Le Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo – nel 1895. L’impegno per i migranti porterà il Vescovo Scalabrini a comprendere l’importanza della ‘carità politica’, e per questo favorirà la formazione di leggi di tutela dei migranti, del loro lavoro e delle loro famiglie, attraverso numerose relazioni con i politici del tempo e la partecipazione a eventi come l’Esposizione nazionale di Torino (1899). I due viaggi negli Stati Uniti e in Brasile, dove da alcuni anni vivevano i suoi missionari e le sue missionarie, aiuteranno il Vescovo Scalabrini a sentire ancora di più l’impegno per i migranti come un impegno di carità pastorale e sociale. Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, in questo tempo di Avvento lasciamoci raggiungere dal cuore del Padre così che anche noi, come San Giovanni Battista Scalabrini, sappiamo alzare gli occhi, aprire le porte del cuore e riconoscere i volti e le storie di chi cammina con noi, arriva da noi, proviene da mondi diversi, ma che porta la salvezza, ci aiuta a costruire il futuro. Il Natale viene sempre da lontano, da fuori. Così sia. Piacenza 10/12/2022

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