Le tre carità del Vescovo Santo Scalabrini


 

Carità pastorale, carità intellettuale, carità politica...

La figura del Vescovo Scalabrini è certamente una delle più importanti nella vita e nel rinnovamento della Chiesa dell’Ottocento. La ricchezza dell’azione pastorale, da sacerdote e da Vescovo, può essere sintetizzata attorno alla virtù della carità, coniugata in diversi modi, come inciso sul suo pastorale: Charitatis potestas. Anzitutto la carità pastorale. E’ la carità che caratterizza gli anni presbiterali nella parrocchia di san Bartolomeo a Como, dove l’attenzione ai piccoli, la visita alle famiglie creano le prime relazioni pastorali, arricchite dagli incontri con i seminaristi come insegnante e rettore. E’ la carità del giovane Vescovo di Piacenza, che in quasi trent’anni di episcopato visita cinque volte le parrocchie della Diocesi, e scrive sessanta lettere pastorali, favorendo la formazione e la cura del clero e dei laici, anche alla luce del Concilio Vaticano I, il cui cammino presenterà in alcune catechesi in Cattedrale e poi in un testo, cercando di aiutare a comprendere il dogma dell’infallibilità pontificia, ma soprattutto la necessità di una lettura spirituale e pastorale non politica e temporalista della figura del Papa. Accanto alla carità pastorale emerge la carità intellettuale che vede al centro l’impegno di Scalabrini per la catechesi e il catechismo, rivisto guardando alla Scrittura e alla Tradizione, e per la formazione dei catechisti da parroco e da vescovo. Il ‘Piccolo catechismo per gli asili d’infanzia’ dato alle stampe l’anno 1875 si diffonderà presto in Italia e, accanto alla rivista ‘Il Catechista cattolico’ da lui fondata nel 1876 e al ‘Catechismo cattolico del 1877 lo renderanno noto in Italia come un protagonista del rinnovamento catechistico, in opposizione al radicalismo e anticlericalismo politico ma anche a un certo intransigentismo ecclesiale, unitamente all’amico Vescovo di Cremona Bonomelli e a San Giovanni Bosco. Frutto maturo dell’impegno catechistico del vescovo Scalabrini sarà la convocazione a Piacenza del primo Congresso catechistico italiano nel 1889. Gli interventi al Congresso sono di grande interesse perché delineano una catechesi attenta alle diverse età – bambini, ragazzi, giovani e adulti, agricoltori, operai – e ai diversi luoghi – la città, le campagne -, prefigurando così un percorso di catechesi permanente da una parte e dall’altra un’attenzione al linguaggio catechistico. Infine la carità sociale. Scalabrini nasce e cresce in un contesto familiare di paese, a Fino Mornasco, dove incontra la povertà e la fatica degli agricoltori, la mancanza di cure e di tutele. Da qui l’impegno come sacerdote e parroco per le categorie più disagiate, come le mondine, e per i loro figli, che lo porteranno a fondare un asilo: un impegno che coniuga carità e giustizia, assistenza e tutela dei diritti. L’impegno sociale si unirà all’impegno per la cura dei malati, in particolare i sordomuti. Da Vescovo a Piacenza durante la prima visita pastorale nel 1876-77 entra in contatto profondamente con la realtà dell’emigrazione, che nasce dalla povertà e dallo sfruttamento. Da allora, l’impegno per i migranti – nel continuo confronto con il vescovo Bonomelli, come testimonia il ricco epistolario – diventerà prioritario sul piano sociale e pastorale. Un impegno che lo porterà a preparare alcuni sacerdoti per la cura dei migranti, fino a fondare una Congregazione religiosa maschile – I Missionari di San carlo Borromeo – nel 1887, un’Associazione laicale -S. Raffaele – nel 1889 – e una Congregazione di suore – Le Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo – nel 1895. L’impegno per i migranti porterà il Vescovo Scalabrini a comprendere l’importanza della ‘carità politica’, e per questo favorirà la formazione di leggi di tutela dei migranti, del loro lavoro e delle loro famiglie, attraverso numerose relazioni con i politici del tempo e la partecipazione a eventi come l’Esposizione nazionale di Torino (1899). I due viaggi negli Stati Uniti e in Brasile, dove da alcuni anni vivevano i suoi missionari e le sue missionarie, aiuteranno il Vescovo Scalabrini a sentire ancora di più l’impegno per i migranti come un impegno di carità pastorale e sociale. Le tre carità del vescovo Scalabrini impegnano la nostra Chiesa in Italia a camminare insieme coniugando evangelizzazione e promozione umana, carità e giustizia, nella consapevolezza – come scrisse S. Paolo VI e hanno ripetuto S. Giovanni Paolo II e Papa Francesco - che “l’uomo di oggi ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o i maestri perché testimoni” (E.N. 41).

Ferrara 29/09/2022

(Nella foto la statua di san Giovanni Battista Scalabrini a Guaporé in Brasile)


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