Il legame tra l’Eucaristia e la terra

 

Salvaguardare la terra, il cielo, l’acqua, come fonti del nostro lavoro, ma anche come beni comuni da custodire per la vita di tutte le creature...

Cari fratelli e sorelle, è per me una gioia l’incontro e la celebrazione di oggi in questa realtà cooperativa agricola, la CAPA, nata dall’intuizione e dall’impegno di alcuni coltivatori diretti, oltre cinquant’anni fa, e che vede oggi coinvolti 1.300 soci e le loro famiglie in quest’area del territorio ferrarese. Un saluto deferente alle autorità presenti, che hanno voluto condividere con noi questa celebrazione che cade nella Giornata diocesana del creato, che da alcuni anni ci vede pellegrini nelle diverse aree del nostro territorio per dire l’importanza di salvaguardare la terra, il cielo, l’acqua, come fonti del nostro lavoro, ma anche come beni comuni da custodire per la vita di tutte le creature. Quest’anno Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. La pagina di San Paolo che abbiamo ascoltato ci ricorda come la fede in Cristo Gesù ci libera dalla legge, che ci considera servi, e ci rende figli, figli di Dio. E il Battesimo che abbiamo ricevuto ricorda e realizza questa realtà che tutti siamo figli di Dio, fratelli. Non è un caso che Fratelli tutti è il titolo dell’enciclica di Papa Francesco. Questa idea di un mondo fraterno ci aiuta a superare – ci ricorda paolo – la differenza tra le persone di fronte a Dio: “Non c’è giudeo né greco, schiavo né libero, maschio e femmina”. Da questo principio ne consegue che anche la terra e i suoi beni sono destinati a tutti, come ricorda Papa Francesco in un passaggio dell’enciclica Laudato sì: “San Giovanni Paolo II ha ricordato con molta enfasi questa dottrina, dicendo che « Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno ». Sono parole pregnanti e forti. Ha rimarcato che «non sarebbe veramente degno dell’uomo un tipo di sviluppo che non rispettasse e non promuovesse i diritti umani, personali e sociali, economici e po¬litici, inclusi i diritti delle Nazioni e dei popoli» (L.S.90). Anche la scelta nella Chiesa di sostenere le forme di cooperazione anche agricola va nella direzione di condividere i beni e di distribuire i frutti di questi beni. La fraternità, poi, chiede di non considerare la terra solo un bene da sfruttare al massimo per i nostri interessi, ma da tutelare nei suoi ritmi e nelle sue stagioni, come voi agricoltori mi insegnate. Per questo ancora papa Francesco ci ricorda che “la protezione ambientale non può esse¬re assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici. L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente” (L.S. 190). Solo questa consapevolezza etica è garanzia di salvaguardia del creato. “Come persone di fede – scrive papa Francesco nel messaggio per la Giornata della salvaguardia del creato di quest’anno -, ci sentiamo ulteriormente responsabili di agire, nei comportamenti quotidiani, in consonanza con tale esigenza di conversione. Ma essa non è solo individuale: «La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria» (L.S. 219). E come persone di fede dobbiamo continuamente lasciarci interrogare dalla Parola di Dio – come ci ricorda la pagina evangelica di oggi – che illumina il nostro cammino di vita cristiana e di santità. E’ una parola che possiamo leggere personalmente, spezzarla insieme nella messa domenicale, come spezziamo il pane eucaristico “frutto della terra e del lavoro dell’uomo”, anche del vostro lavoro agricolo. “Ogni pezzo di pane arriva da lontano: è un dono della terra – si legge nel messaggio per la Giornata del creato dei Vescovi italiani - . È lei che ha prodotto il grano. Il contadino lo sa: ara, prepara il terreno, semina, irriga, miete… ma non è lui a produrre quei chicchi dorati. Anche oggi, nell’epoca della meccanizzazione, della grande distribuzione e della panificazione industriale, il pane rimane ciò che è da sempre. E quand’anche i ritrovati della tecnica soppiantassero la sapienza contadina e i talenti artigianali, il pane continuerebbe a parlarci della sua identità più profonda: quello di essere un’offerta della terra, da accogliere con gratitudine”. L’ Eucaristia e la terra hanno un legame speciale non solo perché pane e vino sono i frutti della terra, ma anche perché la terra e il mondo agricolo hanno vissuto la fede coniugandola sempre con i tempi liturgici. I tempi liturgici e le stagioni camminano insieme e diventano il tempo della lode a Dio, Creatore. La particolare cura del grano, del frumento che in questa comunità di Cologna avete da sempre, vi rende particolarmente vicini al pane dell’Eucaristia, che ogni domenica ci rende fratelli e ci impegna a condividere, a spezzare il pane. “Spezzare il pane la domenica, Pasqua della settimana, - hanno scritto ancora i Vescovi - è per i cristiani rinnovamento ed esercizio di gratitudine, per apprendere a celebrare la festa e tornare alla vita quotidiana capaci di uno sguardo grato”.
Cari fratelli e sorelle, cari cooperatori agricoli, “Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio - scrive Papa Francesco - è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana” (Laudato si’, 217). Mentre ringraziamo il Signore per i frutti della terra e del lavoro di questi cinquant’anni, chiediamo al Signore, per intercessione della Madonna della Galvana, vostra patrona, di renderci capaci di essere custodi di questa ‘cara terra’, da fratelli e figli dello stesso Padre. Così sia.

Cologna - Fe 09/10/2022

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Beato Bonfadini: angelo della fede e della carità

Sono fondamentali i permessi di protezione umanitaria

3 ottobre 2013 - 3 ottobre 2023: la tragedia continua