San Rocco , il santo della sofferenza



Il Signore ci presenta l’esempio di San Rocco, il Santo della cura dei sofferenti, ma anche il testimone della carità di Cristo...

Omelia di mons. Perego a Berra  (La Bèra in dialetto ferrarese), comune di 4.743 abitanti della provincia di Ferrara; faceva parte dell'Unione Terre e Fiumi. Il 1º gennaio 2019 si è fuso con Ro per formare il nuovo comune di Riva del Po, del quale è sede municipale.

Cari fratelli e sorelle, celebriamo oggi San Rocco, uno dei santi più popolari, a cui è intitolata la chiesa parrocchiale di Berra da almeno quattro secoli, probabilmente dalla peste del 1630 ricordata dal Manzoni ne’ I Promessi Sposi. San Rocco è il santo dei malati nel corpo e nello spirito. La sua vita di pellegrino verso Roma lo fa incontrare con la malattia di tanti sul cui corpo sofferente segnava la croce di Cristo e che affidava alla Trinità. Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, che ha illuminato la vita di San Rocco. La pagina del libro del profeta Ezechiele riporta le parole del Signore affidate al profeta per il re di Tiro, la cui intelligenza e le cui capacità il Signore riconosce, ma il cui cuore si è inorgoglito, al punto tale da considerarsi come un Dio. L’orgoglio del re di Tiro ritorna in tante stagioni della storia umana fino ad oggi, dove scienza e tecnica sembrano dominare il mondo. E invece basta una malattia, come il covid, per mettere in ginocchio l’umanità. Basta una sofferenza per renderci incapaci di affrontare la vita. San Rocco, il guaritore, ci ricorda che anche la sofferenza può diventare strumento di grazia se ci affidiamo al Signore. Anche la sofferenza può diventare strumento di salvezza. Nella lettera apostolica Salvifici doloris San Giovanni Paolo II, di cui tutti abbiamo davanti le immagini di dolore dei suoi ultimi giorni di vita, ci ha ricordato che poichè “l'uomo, attraverso la sua vita terrena, cammina in un modo o nell'altro sulla via della sofferenza, la Chiesa in ogni tempo - e forse specialmente nell'Anno della Redenzione - dovrebbe incontrarsi con l'uomo proprio su questa via. La Chiesa, che nasce dal mistero della redenzione nella Croce di Cristo, è tenuta a cercare l'incontro con l'uomo in modo particolare sulla via della sua sofferenza. In un tale incontro l'uomo «diventa la via della Chiesa», ed è, questa, una delle vie più importanti” (S.D. 3). La sofferenza purifica il nostro cuore e fa in modo che il nostro cuore non si inorgoglisca, ma diventi docile alla Parola del Signore, come è stato capace San Rocco. La sofferenza purifica la nostra bocca e fa sì che le nostre parole siano cariche di verità e non di falsità, di cui è stato vittima anche San Rocco fino a imprigionarlo. La sofferenza alimenta i nostri gesti, perchè siano carichi di amore nei confronti del prossimo, come lo sono stati i gesti di cura di San Rocco in mezzo a noi. La pagina evangelica di Matteo, riprendendo anche l’esempio del re di Tiro, parte da un’affermazione: “E’ difficile che un ricco entri nel regno dei cieli”. E’ un’affermazione che ci tocca da vicino, perché, infatti, chi di noi non pensa che con i soldi tutto è possibile e si raggiunge la felicità? Il Signore ci ricorda che la felicità, in terra, e il Paradiso si raggiungono se siamo capaci di dono e di condivisione, se siamo capaci di relativizzare le cose: dai beni, ai terreni, alla casa alla famiglia. Chi è capace di dono riceve in terra cento volte tanto e la vita eterna. Ne sono esempi i Santi che hanno rinunciato a tutto, hanno vissuto in povertà, ma molte persone li hanno seguiti, molti hanno donato loro per il bene del prossimo: per i malati, i poveri. Anche San Rocco ne è un esempio. Da ricco che era ha dato tutti i suoi beni ai poveri, seguendo, l’esempio di S. Francesco, e si è messo in cammino come pellegrino, fermandosi sulle strade e nelle città a curare i malati di peste. Credere che il centuplo quaggiù e l’eternità nasce dal dono, dalla condivisione, è la strada che il Signore oggi ci indica. Una strada non facile, perché chiede che il nostro cuore vinca l’egoismo e l’individualismo e si apra alla prossimità. E’ la strada che anche S. Rocco oggi ci richiama con il suo esempio più che con le sue parole. E’ la strada della testimonianza che ognuno di noi è chiamato a percorrere. La fede non è un’idea, ma è testimonianza. “Il mondo di oggi ha bisogno più di testimoni che di maestri”, ha detto San Paolo VI e hanno ripetuto San Giovanni Paolo II e Papa Francesco. “ Ai cristiani di tutte le comunità del mondo desidero – scrive Papa Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium - chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). È quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa … in noi … perché il mondo creda» (Gv 17,21). Attenzione alla tentazione dell’invidia! Siamo sulla stessa barca e andiamo verso lo stesso porto! Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri, che sono di tutti” (E.G. 99). La nostra testimonianza cristiana ha al centro poi la comunione, l’impegno a costruire insieme una comunità cristiana, superando divisioni e contrapposizioni. “A coloro che sono feriti da antiche divisioni - scrive sempre Papa Francesco - risulta difficile accettare che li esortiamo al perdono e alla riconciliazione, perché pensano che ignoriamo il loro dolore o pretendiamo di far perdere loro memoria e ideali. Ma se vedono la testimonianza di comunità autenticamente fraterne e riconciliate, questa è sempre una luce che attrae. Perciò mi fa tanto male – continua il Papa - riscontrare come in alcune comunità cristiane, e persino tra persone consacrate, si dia spazio a diverse forme di odio, divisione, calunnia, diffamazione, vendetta, gelosia, desiderio di imporre le proprie idee a qualsiasi costo, fino a persecuzioni che sembrano una implacabile caccia alle streghe. Chi vogliamo evangelizzare con questi comportamenti?” (E.G. 100). Cari fratelli e sorelle, oggi il Signore ci presenta l’esempio di San Rocco, il Santo della cura dei sofferenti, ma anche il testimone della carità di Cristo. Chiediamo al Signore di essere illuminati dall’esempio di San Rocco, perché il nostro cuore vinca la durezza. Accompagnati da San Rocco e da Maria, invocata in questo territorio sotto il titolo della Madonna della Galvana, la nostra vita personale di fede e la vita della nostra comunità siano capaci di testimonianza cristiana nella comunione, nel perdono, nella carità. Così sia.



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